Rai educational un programma diseducativo
E’ VERAMENTE EDUCATIVA LA TV (Rai) EDUCATIVA?
Mi è un po’ ostico pensare che un programma in onda alle tre di notte, possa educare qualcuno. A quell’ora, se troviamo delle persone sveglie, esse saranno per lo più in discoteca a fare qualche sballo, piuttosto che davanti alla TV a vedere un programma “educativo”.
Mi chiedo inoltre se una TV come la Nostra, possa ancora autodefinirsi educativa, quando il palinsesto offre in prima serata – fascia oraria che sarebbe più adatta all’educare – cani poliziotto, fiction scadenti e partite di calcio à gogo. Sarebbe così bello, al bar, il mattino dopo, sentire qualche volta commentare un film piuttosto che, sempre e invariabilmente, i goal della Champions League; si avrebbe l’impressione di vivere in un posto più bello, più civile, più colto. Invece, “quante ve ne abbiamo date!” si sente dire da voci grevi davanti al primo caffè, con buona pace per i sentimenti – alquanto educativi – di quello che dovrebbe essere lo sport animato da corretta competizione e rispetto dell’avversario. Senza contare che, allo stadio, dalle parole passano quasi sempre ai fatti. Non c’è più rispetto, dico anch’io citando la famosa canzone di Zucchero, e non c’è più senso estetico del bello. E’ difficile trovare le buone maniere per strada, allo stadio, e in televisione, all’interno di un tubo catodico che dispensa “educazione” – in maniera inutile – alle tre del mattino, e barbarie in prima serata, dando l’esempio di una dirigenza (dirigenza politica, dirigenza sportiva, perché politica, malapolitica e sport – ovvero calcio – sono i temi della grande audience odierna) capace solo di insultarsi e litigare, a volte di venire letteralmente alle mani. La TV sembra sempre di più essere diventata un’arena di gladiatori in lotta tra di loro, che vero luogo di confronto e crescita culturali. Vi regna la gara a chi urla di più, a chi insulta a voce più alta, a chi fa l’affermazione più d’effetto, a prescindere dalla sua ragionevolezza. Nel regno del volgare imperante, si è pensato bene di destinare un programmino alle tre del mattino dedicato all’educazione, giusto per tacitare le coscienze, per zittire quanti potrebbero affermare che la TV non si occupi anche di temi edificanti quali la pittura, l’architettura, la pedagogia e via dicendo. Ho anche seguito qualcuno di questi programmi, e volendo entrare nel merito della loro impostazione, mi sembra evidente che essi non affrontino il mandato educativo come sarebbe auspicabile. Mi sono, al contrario, sembrati programmi con una impostazione fortemente intellettualistica, con una forte componente autoreferenziale, ovvero, programmi i cui contenuti sono difficilmente comprensibili dal pubblico medio, cui un vero intento educativo dovrebbe essere rivolto. Quando si usano termini come bauhausiano (da Bauhaus) o duchampiano (da Duchamp) senza spiegare cosa siano il Bauhaus e Duchamp, si pecca di intellettualismo e autoreferenzialità, in quanto solo un pubblico che ha (già) studiato può conoscere il significato di questi termini, e se ha (già) studiato, non è certamente un pubblico che abbia bisogno di essere “educato”. Dunque, questi programmi hanno un doppio difetto: l’orario e la autoreferenzialità. Di fronte a queste scelte di palinsesto, io, come utente che paga regolarmente il canone, mi sento anche preso per i fondelli. Ed è veramente Rai educational un programma diseducativo.
 
©, 2008

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