JOE R. LANSDALE un fantasy pulp sul FUOCO NELLA POLVEREJoe Richard Harold Lansdale (Gladewater, 28 ottobre 1951) è uno scrittore statunitense, autore di romanzi, di racconti, di fumetti e di fantascienza oltre che di testi per la televisione, e di sceneggiature per il cinema. Grande lettore di libri di ogni genere e dotato di una smisurata passione per i fumetti e i B-movie, oltre che per tutto quel che può essere definito "letteratura pulp". Nel 1973, a ventun anni, pubblica, assieme alla madre, un articolo di argomento botanico che vince un premio giornalistico. Da quel momento, pubblicherà su varie riviste numerosi racconti, spesso di fantascienza e di genere horror. Per mantenersi svolge i lavori più disparati. Nel 1980 vedrà la luce il suo primo romanzo, Atto d'amore (Act of Love). L'anno successivo, Lansdale decide di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Il suo stile è, come i suoi interessi di lettore, particolarissimo. È difficile inquadrare la sua vasta produzione letteraria: si va dal racconto gotico a quello di fantascienza, dalla satira sociale alla narrativa per ragazzi, dal "noir" (spesso con una forte componente di azione violenta) ai racconti western, il tutto condito con forti dosi di umorismo. Tutte queste disparate influenze si fondono fino a creare quello che l'autore stesso ama definire "lo stile Lansdale". (Wikipedia)
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Fantasy? Noir? Pulp? Western? SF? Avant Pop? Erotico? B o Z Movie? Horror? Trash? “Fuoco nella Polvere” di Joe R. Lansdale non è niente di tutto ciò preso singolarmente, ma un mix esagerato e potente in cui i singoli “sapori” appena presi in esame si confondono, si inseguono, si accavallano in un’orgia citazionistica e spaventosa. Fa spavento, come libro, ma fa anche ridere. In un certo senso, lo si potrebbe definire romanzo “grottesco”, ma solo in un senso molto allargato del concetto di grottesco. Forse la cosa migliore – riguardo a questo strano Autore, strano, stomachevole e geniale – è dire che Lansdale è solo Lansdale, il creatore di un nuovo genere, per cui non c’è – ancora – l’etichetta, un vino senza etichetta, ma non senza origini. Perché Lansdale affonda le sue origini nella più schietta tradizione di Frontiera americana, in quella zona desolata e arida fatta di deserti e pianure e pistoleri e assassini e maniaci che Cormac Mc. Carthy – forse più di ogni altro vicino a Lansdale – ha saputo e sa raccontarci con crudo lirismo. Mc. Carthy, ma anche Erskine Caldwell, con il suo “Il Bastardo”, sono – a mio avviso – i riferimenti indiretti della poetica di Joe R. Lansdale, cantore dell’orrido e del ridicolo, del sessualmente scorretto e del morboso, visti come ritratto di un West non edulcorato, non hollywoodiano, o anche hollywoodiano se ci riferiamo – in termini recenti – a Quentin Tarantino.
Non si può – però – in una recensione raccontare questa storia, senza correre il rischio di togliere al lettore il gusto della scoperta. Finisco solo dicendo che “Fuoco nella Polvere” fa ridere, ma rileggendolo la sera dopo, fa orrore. E’ un libro a scoppio ritardato, arriva a darti alla testa molto dopo la sua assunzione (come certi liquori apparentemente innocui). Una sbronza che corre sulle note di David Allan Coe o di Lee Roy Parnell, hallo west! Hallo Texas! 
©, 2008

 

 

 

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