PETER SHAPIRO YOU SHOULD BE DANCING storia della discomusic
PETER SHAPIRO YOU SHOULD BE DANCING storia della discomusic
Una biografia politica si presta molto all’analisi storica di un fenomeno quale la discomusic. Nata nella Grande Mela attorno al 1975, in un clima di disfacimento sociopolitico, è stata, come dimostra Shapiro, un movimento dalle forti connotazioni politiche o – meglio – antipolitiche. In quanto si contrapponeva all’establishment di un paese e una città, New York, dominata da mafia cattiva politica e corruzione a tutti i livelli, anche i più alti, i più alti gradi delle forze dell’ordine come del potere politico ed economico. In una città abitata da milioni di cittadini e da altrettanti milioni di topi, dove le condizioni di vita in settori quali il Bronx erano impensabili sotto il profilo della dignità e sicurezza della persona, in strade spartite da moltitudini di bande che ingaggiavano guerre a volte sanguinose, i neri, soprattutto loro, levarono una sorta di grido di libertà, organizzandosi in maniera clandestina, per dare vita a feste animate da dj improvvisati, che miscelavano i loro LP su piatti alimentati da connessioni illegali alla rete elettrica. Trovo vi siano molte analogie con la precedente rivoluzione Beat, che fu però una rivoluzione bianca e borghese, ma, soprattutto con l’avvento del Jazz e del Rock’N’Roll, fu anch’essa una “rivoluzione” partita dal basso, per un impulso di ribellione di una classe giovanile cui stavano stretti i vestiti imposti dal potere

 

Peter Maas – Serpico

 

Ho trovato la lettura di questo libro di Shapiro essenziale per cogliere l’anima e l’essenza di un momento storico che si sta allungando sino ai giorni Nostri, che si è evoluto in tante forme artistiche e musicali oggi attuali, come la Thecno o la House, quindi ringraziamo ancora, dobbiamo farlo, i moti di ribellione di quel lontano 1975 che, a New York, segnarono il nascere di un’epoca che non è mai più tramontata, e che – chissà ancora per quanto tempo – ci accompagnerà col suono ritmato, impulsivo, della dance.
 
©, 2007

 

 

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