La Favela Verticale L’Apocalisse della Società a Forbice
Nel buio delle torri, là dove la lingua è imprigionata, sono le azioni a gridare, a urlare attraverso il linguaggio brutale della violenza. Qui manca il pensiero, la capacità di riflessione, il lusso di dilazionare gli impulsi distruttivi. La pulsione, libera da mediazione e controllo, si riversa in azioni che parlano il linguaggio della disintegrazione sociale.
Siamo testimoni di una società a forbice, una verticalità che alimenta la frustrazione, scatena la competizione sfrenata e genera esiti che vanno dall’aggressività alla violenza pura. L’orizzontalità è solo un’illusione, un termine gettato alle masse per placare le loro rivendicazioni, mentre assistiamo all’assalto ai Talent televisivi, l’ultima speranza di sfidare le caste sociali.
La politica delle torri, incarnata dai Boschi Verticali, sta trasformando il resto della città in una favela verticale. Il divario sociale cresce, alimentando la rabbia, la paranoia e dando vita a reazioni populiste. Gli ideologi di questi progetti contribuiscono indirettamente alla disintegrazione del tessuto sociale, regalando terreno fertile alle destre emergenti.
Questa società verticale favorisce l’aggressività e la violenza, pur nascondendosi dietro il velo dell’orizzontalità promesso dalla Rete. L’illusione di democrazia, partecipazione e uguaglianza si dissolve nell’esclusione, nella fame e nell’aggressività crescente.
Nel buio delle torri, la rabbia cresce come un fuoco incontrollato, alimentato dalle promesse mancate e dalle disuguaglianze evidenti. La favela verticale si erge come l’apocalisse della società a forbice, una distopia dove la lingua è muta, e le azioni disperatamente urlano contro un sistema che ha perso il senso della sua stessa umanità.

ANSA/PAOLO SALMOIRAGO