VIOLETTA BEAUREGARDE L’eterna lotta tra il Male e il Malissimo

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VIOLETTA BEAUREGARDE L’eterna lotta tra il Male e il Malissimo rgb 2006
Miss Violetta Beauregarde is the solo electronic-punk project by Italian performer/model Cristina Gauri. Violetta Beauregarde started by performing several concerts in Italy and Europe, and her first CD, Evidentemente non abito a San Francisco (Clearly I don't live in San Francisco), gained notable interest from the Italian music press. Her second record, Odi Profanum Vulgus et Arceo, has been released by Temporary Residence Limited as of September 2006. The record had some positive international recognition, and Beck notably ranked it second among his favourite records of 2006. Violetta Beauregarde's music has been likened to that of Kid 606 or Atari Teenage Riot. It is composed with eclectic and often do-it-yourself music instrumentation, over which she screams her lyrics. Her live shows are notable for a degree of attitude and for shock acts such as throwing lamb heads in the crowd. (Wikipedia)

VIOLETTA BEAUREGARDE L’eterna lotta tra il Male e il Malissimo

Violetta… non si può dire tu abbia peli sulla lingua, o falsi pudori. Eppure viene spontaneo il dubbio che, in tutta tale esternazione violenta, non vi sia un po’ di ostentazione. Dubbi a parte, i pregi del libro stanno soprattutto in una innovativa messa su cartaceo di quello che – in altri tempi chiamato “diario” – potrebbe essere un blog di Internet: nuova frontiera della narrativa e, soprattutto, di certa editoria.

L’unico problema di ciò è che, fatto il primo, poi il secondo, poi il terzo libro, in questo modo, come si giustificano il quarto, poi il quinto, ecc? come rinnovare e riciclare, su cartaceo, la cultura, il messaggio dei blog e dei bloggers? Violetta – per venire anche ai contenuti – dà libero sfogo a tutte le sue – giovanili e postpuberali – impellenze emotive e di protesta; grida a squarciagola il suo disagio, la sua disperazione, che è quella di tanti giovani che, diversamente da lei – credo – certe cose non le vanno a raccontare su di un libro (le fanno, e poi magari se ne vergognano). Resta anche il dubbio, quindi, che non vi sia anche dell’esibizionismo e della sfrontatezza incosciente. Certo, sembra, questo libricino, la presa di coscienza e di distanza dall’agire, un tentativo di riflettere sull’assurdità che a volte permea la vita umana. Ma certe cose è meglio limitarsi a scriverle, piuttosto che farne un rapporto scritto dopo averle applicate nella realtà. Tuttavia, scriverle, a posteriori, può rendere la scrittura una sorta di scaramantica presa di distanza dalle proprie – distruttive, e pressoché antisociali pulsioni inconsce.

©, 2007

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