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Mario Cimarosti è nato a Puos d’Alpago (BL) e vive a Marcon, in provincia di Venezia. Lavora da oltre vent’anni con Tour Operator come responsabile dell’organizzazione di gruppi estero e accompagnatore turistico. Da dieci anni svolge il ruolo di Responsabile Commerciale del Triveneto per la Columbia Turismo, con sede a Roma. Dal 1994 è casco blu dell’ONU con cui ha partecipato alla Missione Albatros in Mozambico per mantenere la pace nel corridoio di Beira sull’Oceano Indiano. È anche relatore per conferenze di viaggi in diverse città d’Italia.

l’Asia con Venezia e Marco Polo nel cuore

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l’Asia con Venezia e Marco Polo nel cuore
Mario Cimarosti – AI CONFINI DELL’ASIA (avventure e incontri tra zar sultani e maioliche)
edizioni Ediciclo

 

asia venezia marco polo cimarosti

l’Asia vista da Mario Cimarosti con Venezia e Marco Polo nel cuore (Ndr).
Mi chiamo Mario Cimarosti, ho 46 anni e vivo in provincia di Venezia.
Siamo costretti a stare a casa per il rispetto ed il bene di tutti. Nutriamo la speranza di sconfiggere questo maledetto virus. E poter tornare alla nostra vita di sempre.
Nel mio piccolo, spero di riuscire ad essere di sollievo a tante persone. Di poterle fare viaggiare anche restando a casa, e in maniera diversa, ma sempre sognando.
Anche dal divano possiamo leggere, scoprire, informarci. Soprattutto possiamo sconfiggere la noia e la paura del momento attraverso un libro:
#IOVIAGGIOSULDIVANO.
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nella foto con le yurte (le tende) sono in Mongolia: ero appena arrivato nella terra di Gengis Khan, attraversando la Siberia sul treno lungo la mitica via Transiberiana. Sono stato ospitato nelle tende dei nomadi del deserto del Gobi, avvolto dal calore e dall’ospitalità straordinaria di questo popolo, la notte prima che si celebrasse il Festival del Naadam la competizione folkloristica più importante del Paese asiatico.
Vi racconto la mia storia
Ho scritto da poche settimane il libro AI CONFINI DELL’ASIA (avventure e incontri tra zar sultani e maioliche).
Qui troverete alcune delle  fotografie che ho scattato durante il mio lungo viaggio. Ho superato 14 fusorari lungo la Via della Seta.
Ho preso appunti di viaggio, ho vissuto emozioni, ho incontrato popoli lontani.
Grazie a loro ho raccolto in oltre 20 anni esperienze straordinarie. Esse mi hanno insegnato ad abbattere barriere e pregiudizi.
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Donna al mercato di Bukhara: qui mi trovavo all’interno del grande mercato di Bukhara, la città millenaria posizionata a metà della via della seta all’ombra di minareti storici e attorniata da caravanserragli meravigliosi (erano i garage delle carovane che arrivavano fin qui sospinte dai cammelli del deserto).
Nel settembre del 2018, ho pensato che fosse giunto il momento di raccogliere tutto in un libro.
Un viaggio intenso, un percorso straordinario di 24.441 km.
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La Piazza Registan a Samarcanda: è per me una delle piazze storiche più belle e affascinanti del mondo, interamente costruita da maioliche impressionanti, le ceramiche dai colori blu e azzurro coprono le cupole e all’interno ori sfarzosi fan bella mostra di sé. Una meraviglia!
Mi sono seduto, ho chiuso gli occhi. Ho riportato alla luce i ricordi.
Ho trascorso due settimane sulla Transiberiana. Fra i paesaggi bucolici della Siberia. Solcando le dune del deserto del Gobi in Mongolia. E ho incontrato la muraglia cinese. L’esercito di terracotta. Verso l’Asia Centrale e Samarcanda.
La buonissima frutta secca al “siab” mercato popolare di Samarcanda, mercato brulicante di volti e seta, i contadini locali espongono frutta coloratissima e di varietà innumerevoli. Una delizia!
Il mio viaggio è continuato ancora fino al Mar Mediterraneo, sfociando nelle acque tra il Mar di Marmara e il Mar Nero… lungo il Corno D’oro sul Bosforo.
Ho visitato i Palazzi dei Sultani nella storica Costantinopoli, l’attuale Istanbul.
Sono partito dalle mie origini: dall’isola di Murano, dove è nato ed ha vissuto mio padre Ernesto (era artista vetraio), e ispirandomi al mitico Marco Polo. Così, ho viaggiato per tanti anni nelle Terre d’Oriente.
Tutte le emozioni vissute in queste terre lontane sono legate alla mia città, Venezia:
la russa città di San Pietroburgo è chiamata la “Venezia del Nord”;
in Cina, Suzhou, villaggio di pescatori, oggi è soprannominato la “Venezia D’Oriente”;
nella Città della Seta (Sheki) in Azerbaijan, ritrovo il vetro di murano nel Palazzo del Gran Khan;
tramite il Monastero Mechitarista Armeno nell’isola di San Lazzaro a Venezia, trovo in Armenia una terra legata ancora oggi alle mie origini;
in Turchia, a Istanbul, il quartiere Pera si affaccia al Ponte Galata, un tempo colonia veneziana.
I colbacchi di lana Karakul (astracan): questi colbacchi sono tipici dei nomadi del deserto, fatti con lana pregiatissima di pecore Karakul allevate nel deserto rosso il Kyzylkum. La fotografia l’ho scattata a Khiva la cittadella divenuta Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Questo percorso immenso attraverso mezzo pianeta ha riempito la mia anima di viaggiatore. Mi ha avvicinato alla meditazione, scoperta e osservata in oriente. Il viaggio stesso è diventato una insperata cura dell’anima. Il viaggio ha incentivato la mia sete di conoscenza, riempiendo la mia valigia di innumerevoli altri punti di vista.
L’ansa dell’oasi nel deserto rosso, la terra rossa del Kyzylkum si distingue benissimo, insieme a un rivolo d’acqua utilissimo per i pastori nomadi del deserto ed il suo bestiame. Emozionante per me camminare nella sabbia sulle orme dei più grandi conquistatori del mondo: Gengis Khan, Alessandro Magno, Tamerlano ed il grande viaggiatore veneziano Marco Polo.
Le spezie pregiatissime al Gran Bazar di Istanbul, magica la storica Costantinopoli dove ho visitato una città multietnica, incrocio di mille culture e popoli, sulle sponde del Bosforo. Istanbul rappresenta il confine tra Europa e Asia.
Sono collaboratore delle Nazioni Unite. ho partecipato nel 1994 alla missione Albatros con i Caschi Blu dell’ONU, per portare la pace in Mozambico sull’Oceano Indiano.
Nel mio piccolo oggi cerco di diffondere la conoscenza dell’associazione onlus AMO (amici del Mozambico) che si occupa di costruzione di scuole per i bambini africani mozambicani.
L’ultima fotografia l’ho scattata a San Pietroburgo, questo è il Museo Ermitage, contenitore della storia degli zar e di oltre 3 milioni di opere esposte. Una meraviglia per chi apprezza l’arte e la cultura.

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