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quadro di Maurizio Carriero

Spunti per cammini di consapevolezza

 

3+3: tre quesiti, tre risposte Spunti per cammini di consapevolezza
Rubrica a cura della giornalista Francesca Ghezzani e del dott. Davide Pagnoncelli
                                                                                                        
 
Cari lettori e care lettrici, questa nuova rubrica curata dal Dottor Davide Pagnoncelli nasce con l’obiettivo di stimolarvi periodicamente con spunti e/o con esperienze di vita intense, vitali e vivide.
 
L’intento è di aiutarci e aiutare ad agire e a reagire contro l’inedia, la passività, il qualunquismo; a maggior ragione nell’attuale situazione molto critica per vari motivi.    Questa rubrica pone tematiche ad ampio raggio, sollecitando talora anche interrogativi posti sia a persone note che a persone meno note, perché non è la notorietà l’unico criterio per dialogare, argomentare ed essere maestri di vita per gli altri. E non interessa neppure che tipo di caratteristiche ha chi può offrirci dei contributi: importante metta a disposizione la propria esperienza su quanto gli viene chiesto.
Sempre con estrema libertà e apertura mentale, cercando di imparare… sempre!
 
 
In questa prima tappa il Dott. Davide Pagnoncelli ha intervistato Linda (nome di fantasia scelto, secondo il volere della signora, per evitare qualunque tipo di identificazione), una donna di media età che ha realizzato un percorso evolutivo di crescita personale molto soddisfacente e soprattutto gratificante da vari punti di vista.
 
 
Tappa n. 1: intervista a Linda
Domande rivolte dal dott. Davide Pagnoncelli
 
  1. Innanzitutto grazie Linda di aver accettato, pur in modo anonimo, di raccontare qualcosa della propria esperienza, del “viaggio dentro se stessa”. Vuole esprimere per cominciare alcuni vissuti personali che lei ritiene significativi? 
A forza di accumulare briciole su briciole ero diventata un panificio. Finalmente ho portato tante cose in discarica, cose che continuavo a rimandare. E mi sono sentita bene.
Ho scoperto che mi piace scrivere e mi sono pure abbonata a una rivista che mi attira.
Ho sempre scritto solo il mio malessere, ora scriverò anche i miei sentimenti positivi.
Qualche volta vado in biblioteca per prendere libri piacevoli da leggere e mi diverto durante la settimana con giochi enigmistici di vario tipo. Ho deciso di smettere di vedere programmi alla TV che mi danno angoscia; a dir la verità, me lì costruivo anch’io nella mia testa.
Quando posso cammino parecchio nella campagna vicina a dove abito; la natura mi aiuta notevolmente ad acquietarmi e a provare belle sensazioni.
  1. In cosa si sente migliorata? 
Mi sento capace di gestire meglio la mia ansia. Tenga presente che io mi sentivo nata con l’ansia. Ora so che è mia, ho scoperto quando arriva e so che posso farcela a indirizzarla verso obiettivi costruttivi.
Mi sono accorta che parlo meno di me stessa e riesco a capire meglio ciò che esprimono gli altri. Adesso non ho più bisogno dell’approvazione altrui, mi sento più forte dentro e ho la testa più libera e leggera. Anzi a volte mi sembra di non aver più la testa, che prima ragionava troppo e si paragonava troppo a chi mi circondava.  
Siccome ho la mente libera, posso godermi la mia casa, con più tranquillità e serenità. Prima stare in casa mi pesava, non la sentivo mia.
Tenga conto che io non ho avuto un’infanzia e un’adolescenza soddisfacenti, potrei dire che non so cosa significhi vivere una bella infanzia e una bella adolescenza. Dovevo sempre occuparmi degli altri familiari e mai di me stessa.
Non ho conosciuto che paura e divieti, quasi nulle le gratificazioni. Non ho mai avuto una persona come un riferimento e di cui fidarmi. Anche per il mio ex marito era più importante la bottiglia di me.
Forse può sembrare una piccola cosa, ma ora io apro le finestre di casa, non mi tappo più dentro. Anche il frequente mal di testa è un ricordo, un ricordo lontano; mi tocca solo raramente e so che se ne andrà presto.
Voglio vedere, vedere il bello attorno a me; so che non sarà facile, ma so che ne sarò capace. Ora desidero esplorare.
 
  1. Desidera aggiungere altre considerazioni? Importante è che lei esprima ciò che sente, ciò che le vibra dentro.
Non mi sono sentita mai valorizzata, neppure mi valorizzavo io; cercavo sempre di nascondermi. Invece ora passo in mezzo alla gente a testa alta, senza abbassarla come se avessi fatto chissà cosa.
A casa mia, a casa di mio padre direi, non potevo scegliere neanche i programmi TV, addirittura era vietato ridere perché era segno di superficialità. Era un tabù, era sinonimo di scarso valore personale. A casa di mio padre non ho mai provato cosa fosse la tranquillità, c’erano sempre discussioni, c’era sempre uno stato di tensione, di guerra.
Riesco a dire dei no, ora. Prima mi costringevo ad accontentare sempre gli altri; non mi sentivo in diritto di vivere la vita a modo mio. Può sembrare strano, ma mi sentivo in colpa quando facevo qualcosa nel tempo libero per me, come se fosse una perdita di tempo o come se fosse qualcosa di futile.
Eccome se ora mi godo le cose che mi piacciono! E mi dico spesso: “Il vestito più bello ce l’ho nel mio cervello, è quello di star bene dentro”.
Prima il cervello andava a mille, ora mi gusto in non-pensieri.
Pennellate intense, vissute e profonde di una donna di mezza età che ha provato sulla propria pelle frustrazioni e drammi tremendi, complessi e, per certi versi, spietati; quasi inimmaginabili.
La sua storia evolutiva dall’esito felice ci mostra concretamente che ognuno ha dentro risorse preziose. Il mio motto è: “Ognuno ha dentro un allargacervelli”, cioè ha dentro di sé la possibilità di ampliare e di scoprire nuovi orizzonti.
L’intervista a Linda dimostra concretamente che è sempre possibile vivere un’esistenza gratificante. Nonostante tutto!
Eventuali richieste o segnalazioni di esperienze significative vanno inviate alla seguente mail: allargacervelli@gmail.com
Davide Pagnoncelli è Psicologo e Psicoterapeuta, formato in Teatroterapia e in Arteterapia. Oltre all’attività clinica, ha un’esperienza ventennale nell’ambito della psicologia scolastica come responsabile di un originale Servizio Psicologico di sistema.  Egli si definisce “allargacervelli” (non più “strizzacervelli”) perché il suo cervello e quello altrui preferisce allargarlo, ampliando prospettive. Ha scritto il libro “Figli felici a scuola”, Bruno Editore, Roma 2018¸inoltre ha pubblicato numerosi articoli e ricerche su varie Riviste scientifiche. In particolare è impegnato in progetti pilota per approfondire il rapporto tra le varie forme di arte, soprattutto la poesia, con la psicologia e con la psicoanalisi. In tal senso ha ideato nuovi progetti denominati Art Artist Therapy (AATH): un altro modo di gustare e di rivivere la personalità, l’intelligenza emotiva e il percorso creativo dell’artista connesso alle produzioni artistiche.

 

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