NOMOFOBIA
Ua nuova patologia ci viene sfornata bella bella sul Nostro piatto quotidiano di malessere dovuto alla cosiddetta vita moderna. La dipendenza da smartphone (dispositivo mobile) ha un nome: nomofobia. No-Mobile-Fobia.
Sembra una sciocchezza, ma ad un sondaggio svolto da un grosso quotidiano italiano, quasi tutti gli intervistati hanno risposto:
Senza smartphone non riuscirei a vivere, mi verrebbe l’ansia”.
La tecnologia ci spinge sempre in avanti, oltre noi stessi. La costante interconnessione genera in verità un senso di spaesamento e sconnessione. E la nomofobia ne è un esempio drammatico: la dipendenza da interconnessione dipende dal fatto che tale illusoria connessione ci sfugge, la dobbiamo continuamente inseguire ed alimentare, perché essa NON ESISTE in sostanza, è solo un costrutto della NOSTRA MENTE, un’invenzione dei tecnici informatici al soldo delle oligarchie telefoniche.
Se da una parte LORO fanno soldi a palate per questa DIPENDENZA che sono riusciti a installare come un vero e proprio TROJAN nella mente della massa dei consumatori, dall’altra parte, questi ultimi dovranno spendere ancora più soldi in cure psichiatriche e psicofarmaci (soprattutto ansiolitici) per arginare – in minima parte – il male cui si sono volontariamente sottoposti.
La tecnologia ci spinge ad essere sempre aggiornati, a cambiare abitudini e a generarne di inutili e disfunzionali, in una continua connessione l’uno con l’altro, che si risolve in una IMMENSA SOLITUDINE INTERPERSONALE e in un INARIDIMENTO della FANTASIA, della CREATIVITA’.
Vale poi la pena inseguire l’illusione della CONNESSIONE TOTALE se poi ci ritroviamo con un CERVELLO SCOLLEGATO DALLA REALTA’ tanto da non riconoscere più nemmeno la persona (reale) che magari ci sta seduta di fianco, al bar, mentre noi siamo PROIETTATI in un CYBERSPAZIO vuoto e che si disinteressa di noi? Cosa diamine inseguiamo LI’ dentro, tanto da essere DIVORATI da questa fobia da DISCONNESSIONE?
COSA inseguiamo di tanto interessante e indispensabile nel VIRTUALE, come se il REALE non fosse a sufficienza pieno di occasioni che ci vengono realmente incontro, ma che ci sfuggono perché stiamo fissando quella tavoletta luminosa, come fosse l’ORACOLO e lo SCRIGNO di tutte le Nostre realizzazioni?
LA REALTA’ è attorno a noi, ci sfiora, ci viene costantemente incontro, ma noi ABBASSIAMO LA FACCIA sullo SMARTPHONE perché non vogliamo vederla, né percepirla: perché ci fa paura.
Bene. Per concludere, vorrei solo dire che lo scopo delle oligarchie tecnocratiche è stato raggiunto: generare nelle persone un tale TERRORE e RIFIUTO per la REALTA’ – da rifugiarsi costantemente in quell’ipnotico mondo di segnali binari – che fa loro guadagnare somme impensabili di denaro, e ai dipendenti da SMARTPHONE fa perdere la propria vita come sabbia che sfugge loro fra le dita.
Val bene un’illusione di grandezza (anche se irrealizzabile) contro una modesta realtà, che è l’unica cosa buona e giusta che abbiamo?
Per molti sì.
Hanno vinto le oligarchie. Ha vinto il NULLA.
In tutto il mondo vengono condotti studi sulla relazione tra le persone mediata da telefoni cellulari e altri strumenti di connessione come Tablet e Pc. Unanimemente da questi studi emerge che, se da un lato la tecnologia ci consente di svolgere il Nostro lavoro più velocemente e con maggiore efficienza, di alimentare molte Nostre curiosità, di avere un accesso immediato all’informazione, dall’altro, l’uso della tecnologia – per sua inalienabile conformazione – può generare dipendenza e un uso TOSSICOFILICO e inappropriato della stessa: diciamo che essa si presta – per sua natura – ad essere usata inappropriatamente. La velocità, l’accesso a banche dati infinite soprattutto di immagini, la vastità pervasiva dei contatti che essa promette, innesca facilmente uso inappropriato e dipendenza.
Dicevamo che IL NULLA ha vinto. E lo ribadisco.
Questa mole disumana di informazione, non vale niente. E’ pura fuffa, è NULLA.
E’ una immensa esca che è stata gettata in bocca all’essere umano per fargli spendere soldi, ma non aggiunge NULLA al suo benessere (anzi, lo abbassa), alla sua cultura, alla sua formazione personale, al suo senso estetico (in molti casi, lo deprime, lo deteriora): per fargli spendere e solo spendere.
Essendo INTERNET il “luogo” della VELOCITA’ e della disattenzione, tutta questa mole di dati e di informazione giace su se stessa, senza generare nulla di aggiuntivo per l’essere umano, che si ritrova sempre più solo, spaesato, sconnesso, privo di interessi e fondamentalmente ignorante.
Nomofobia (Sindrome da Disconnessione), è composto dal prefisso anglosassone abbreviato no-mobile e dal suffisso fobia. TERRORE di  rimanere fuori dal contatto di rete mobile.
Siete assaliti dal panico se scoprite di avere lasciato lo smartphone a casa?
Non riuscite a resistere più di dieci minuti senza controllare le notifiche?
Pensate che stia squillando anche quando non squilla?
Se avete risposto di sì ad almeno due domande su tre, allora siete sulla strada giusta per la NOMOFOBIA.
ANSIA DI CONTROLLO: sensazione di perdersi qualche cosa se non si controlla costantemente il cellulare. Ciò può generare un meccanismo di dipendenza molto simile alla TOSSICODIPENDENZA. E perciò si deve AUMENTARE il DOSAGGIO.
E’ su questo punto, che le oligarchie telefoniche hanno giocato, e giocano: una dipendenza che si autoalimenta, e aumenta, è destinata a crescere (facendo di pari passo crescere i loro guadagni).
ASPETTI TOSSICOMANICI:
comportamenti disfunzionali: ad esempio: stare molto tempo al telefono, attendere e sollecitare le risposte, vedere ossessivamente cosa fanno gli amici nei social network, commentare in maniera compulsiva, condividere, non spegnere mai il dispositivo neanche nelle ore notturne, tanto da doversi svegliare di notte per controllare che non vi siano novità, non staccarsi dallo smartphone nemmeno al cesso.
DOPAMINA:
La dipendenza da smartphone è sovrapponibile alle altre tossico-dipendenze: causa delle interferenze nella produzione della dopamina, il neurotrasmettitore coinvolto in tutti i processi che ci danno PIACERE. Ad ogni notifica sul Nostro smartphone sale il livello di dopamina, in quanto abbiamo la conferma che un Nostro desiderio si stia realizzando. Non potendo però sapere anticipatamente se esso si realizzerà veramente, si innesca in noi l’impulso di controllare in continuazione: e così si sta innescando un meccanismo simile a quello attivato in un giocatore d’azzardo.
… ma questo, è un VERO GIOCO d’AZZARDO coi Nostri destini, e le Nostre vite!
©, 2017
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