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INTERSTATE 60 commedia fantastica road movie fiabesco

INTERSTATE 60 commedia fantastica road movie fiabesco
on the road fra sogno e realtà
In una mattina grigia e come tante di ottobre, in una edicola disordinata e polverosa come tante, di Milano, ci si può incontrare con un DVD in offerta, e qui sta la magia dell’incontro: sembra essere il film per te, al momento giusto, con tutte quelle semplici e giuste risposte (molto americane, stile fast food) cui  lo stesso protagonista anelava nel corso della sua storia. Coincidenze?
Ogni atto è inevitabile, proprio perché accade (parola di O.W. ovvero “One Wish”, il personaggio chiave di questo road movie che incarna quella parte puritana e severa del popolo americano, che, malgrado l’animo del Boy Scout, o Jolly nel mazzo di carte della vita, può esaudire un solo desiderio, uno solo – non di più – e sarà solo la bontà delle intenzioni più profonde del beneficiario a dare un buon o tragico esito all’esaudimento della richiesta.) Se le tue intenzioni sono buone, sembra dire il dispensatore di desideri, lo saranno anche le tue azioni, e le conseguenze delle tue azioni! Se le tue intenzioni sono cattive (o peccaminose o immorali – questi puritani!) cadrai in un incubo per il resto dei tuoi giorni, e sarebbe stato meglio che non avessi espresso quel desiderio!
Neal Oliver, figlio di un ricco avvocato di St. Louis (Missouri) si appresta a compiere i suoi 23 anni. E’ attorniato dall’affetto un po’ melenso della fidanzata studentessa di psicologia, che invece di apprezzare la sua arte (Neal si esercita come pittore) non fa altro che interpretarla clinicamente. Da una madre molto stile merendine del mattino, e da una squisita sorella che sembra essere l’unica persona che lo capisca. Il padre cerca di convincerlo che la pittura non faccia affatto per lui, con argomenti molto concreti e diretti, del tipo: come pittore non vali niente; hai davanti a te un futuro spianato come avvocato nello studio di… uno studio dove avrebbe ingresso assicurato grazie alla raccomandazione paterna. Neal si mantiene facendo l’operaio, cosa che il padre non condivide e disprezza. Il padre cerca di portarlo dalla parte sua, regalandogli una lussuosa BMW decappottabile rossa, pur sapendo che il colore preferito di Neal era il blu. La sorella un set di pennelli di zibellino.
Neal ha pochi giorni per valutare e accettare l’offerta del padre. Ma qui interviene O.W. che gli fa cadere un catino di ferro in testa, mandandolo in coma e…finalmente…sulla Intersate 60, una strada inesistente, che non è segnata su alcuna mappa, che porta da Est a Ovest, e porterà Neal da St. Louis a  Danver (quando, in verità, la capitale del Colorado si dovrebbe scrivere “Denver”), per recapitare un pacco – contenente le tante risposte a cui lui anela – e che non dovrà smarrire né aprire per tutto il viaggio.
Lo accompagnerà, in questo a tratti commuovente viaggio verso la Frontiera Americana, in questa commedia fantastica, la Palla 8, una specie di oracolo che stimolerà, con risposte ambigue, la sua capacità decisionale di fronte ai molti – a volte tragici – imprevisti del percorso su questa strada dove gli accadimenti sono strani, e inevitabili, come il destino. Ma il destino noi ce lo scegliamo, sembra sempre dirgli la Palla 8, siamo noi a decidere se andare a Est o a Ovest, se fermarci o proseguire.
Denver
Denver

 

Un po’ Star Trek, un po’ Stephen King e un po’ Dickens, o Mago di Oz, questo magnifico film, pur nella sua dichiarata semplicità, esprime cose e verità profonde, se non inquietanti, sul rapporto spazio-tempo-vita-esistenza o esistenze (parallele). Non sappiamo mai veramente chi siamo, e dove stiamo andando, se non alla fine del viaggio, e non lo sapremo mai, sino alla fine del Nostro viaggio, che si compirà perché dovrà compiersi in base alle Nostre scelte (saremo noi a sceglierci la Nostra fine). Logica puritana, è vero, ma molto affascinante. Nessun fatalismo, ma rigido determinismo causa-effetto. Il tutto condito con citazioni colte dal mondo del mito americano dell’American Dream, quella disponibilità euforica a cogliere con spregiudicatezza le chances offerte dalla vita, la sfida, la Frontiera come dimensione non solo geografica, ma interiore, di continua espansione e ricerca, il Colorado, l’Ovest, come coronamento del viaggio e risposta alle Nostre ansie e domande, che sono rimaste le stesse dei primi colonizzatori del West. Dentro ognuno di noi sembra esserci una Frontiera da raggiungere, un desiderio da coronare, un sogno da realizzare, e allora, perché non mettersi in viaggio sulla Interstate 60?
Film davvero per tutti.
INTERSTATE 60
Commedia fantastica
USA, 2002
Durata: 100 min. 
Regia: Bob Gale
Con Michael J. Fox
  

©, 2006

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