RAFFAELE LA CAPRIA
recensione apparsa sul quattordicinale Benevento diretto da Achille Biele
Raffaele La Capria, scrittore schivo e raffinato, è nato a Napoli nel 1922, esordendo nel 1952 col romanzo “Un giorno d’impazienza”. Ha collaborato alle pagine culturali del “Corriere della Sera” ed è stato condirettore di “Nuovi Argomenti”.
Altre sue Opere sono “Ferito a morte”, storia di una generazione seguita lungo l’arco di un decennio, “La neve del Vesuvio”, “Amore e psiche”.
Scrittore d’eccezione, è fra i più grandi scrittori italiani viventi. Con al suo attivo una ventina di volumi, egli ammette che essi non sono altro che altrettanti capitoli di un suo unico, ideale “grande libro” cominciato col primo romanzo.
Il suo secondo romanzo, “Ferito a morte” uscì circa dieci anni dopo il suo romanzo d’esordio, e ciò testimonia che La Capria non è mai stato assillato dall’ansia di pubblicare.
Dopo una esplosiva stagione narrativa, La Capria si è ultimamente dedicato a una produzione più vicina alla saggistica. “Napolitan Graffiti” (1999) è un esempio di questo tipo di produzione, cui si aggiunge “Capri e non più Capri” (1991). In “Cinquant’anni di false partenze” La Capria ripercorre tutto il suo cammino di scrittore, riprendendo l’abbozzo biografico avviato con “Un giorno d’impazienza”.
©, 2004
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