FEDERICO DE ROBERTO
recensione apparsa sul quattordicinale Benevento diretto da Achille Biele
Federico De Roberto, di nobile famiglia catanese, è nato a Napoli nel 1861. Tralasciati gli studi scientifici, si dedicò allo studio della letteratura e dei classici. Ebbe come amici e maestri Verga e Capuana. Ottenne il diploma di ragioniere presso un istituto tecnico, ma la sua passione per il latino e la cultura classica ne fece subito uno studioso di queste materie. Visse a Milano, dove collaborò con il Corriere della Sera. Qui venne a contatto col mondo degli “scapigliati”. La sua raccolta di saggi dal titolo “Arabeschi” tratta scrittori come Zola, Flaubert, Capuana e Matilde Serao.
Sue raccolte di racconti, che testimoniano una approfondita ricerca formale rifacentesi a Verga, sono:” La sorte” (1887), “Processi verbali” (1890), “Documenti umani” (1888). Del 1894 è la sua Opera più famosa e più riuscita: “I Viceré”.
De Roberto aderì al naturalismo, dando ai suoi scritti un esasperato tono freddo e documentario, infarcito però di psicologismo subendo l’influsso di Bourget.
De Roberto morì a Catania nel 1927.
©, 2004
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