ALFONSO GATTO
recensione apparsa sul quattordicinale Benevento diretto da Achille Biele
Alfonso Gatto nasce a Salerno il 17 luglio 1909, da famiglia di tradizione marinaresca. Dopo aver frequentato il Liceo, si iscrive all’Università di Napoli, abbandonando presto la Facoltà di Giurisprudenza, e preferendo quella di Lettere.
Ebbe una vita avventurosa e un’infanzia burrascosa. A Firenze, con Pratolini, diresse il periodico d’avanguardia “Campo di Marte”, impegnato sul fronte sociale e dell’educazione del pubblico verso la poesia e l’arte.
Collaborò con “Circoli”, “Letteratura”, “Primato”, “L’Italia letteraria”, “La Ruota”.
Le fasi della poetica di Alfonso Gatto attraversano reminiscenze pascoliane all’inizio della sua carriera, e rivelano chiari riferimenti alla poesia ermetica, per evolvere, negli anni, verso una poesia di impegno civile, attenta alla visione del reale.
Gatto visse infine in molte città, fra cui Venezia, Roma, Milano, Torino, per poi trovare la morte in un incidente stradale l’8 marzo 1976.
©, 2004
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