ELENA BRESCIANISebastiano Lazzari Trompe-l'oeil con strumenti musicali
ISTANZE MUSICALI
“Dal Battiato di Milo a Vampire”
di Elena Bresciani (mezzosoprano e vocal coach) 
Rieccoci a settembre. Le vacanze hanno generato idee, ispirazioni oppure ci hanno fatto sentire di più le assenze, le mancanze. Così la musica, fedele compagna dei giorni, ci riaccompagna nel rientro al lavoro, sia esso morbido o vorticoso. Rientro in studio, pronta ad un nuovo anno di musica, scrollo veloce i social per un breve aggiornamento e una immagine mi colpisce. Seguo da alcuni anni con rispetto e simpatia, Cristiano Turato, valente cantautore italiano, che è stato per un periodo frontman dello storico gruppo dei Nomadi. Collaborai con lui anni fa, in occasione di un suo concerto a Bergamo, dove mi occupavo della direzione dei cori live. In questa foto, vedo la sua splendida famiglia ritratta con il Padre Spirituale di Franco Battiato. Mi fermo di colpo. Prima istanza.
Battiato è un artista eccezionale e ci ha lasciato un grande testamento spirituale ed artistico, ma prima di essere amato, deve essere compresa la sua ricerca, il suo percorso. La sua ricerca spirituale e la sua musica sono un tutt’uno e per parlarvene ci vorrebbe l’inverno ed una tazza di tisana dinnanzi al camino acceso, ci vorrebbe il tempo, prezioso, che in questi giorni di settembre, manca. Comunque, da questa foto social scopro una cosa eccezionale, che porto alla vostra attenzione: la casa di Battiato, dopo lunga burocrazia è ora Museo e ci attende per visitarla e per capire un artista che merita lentezza ed introspezione. Si chiama Villa Grazia, guarda le pendici dell’Etna, nella Sicilia più eterna. Ed io mi immagino già lì a gironzolare e porto anche Voi con la fantasia a sbirciare fra le stanze. Mentre vi scrivo queste cose, mi trovo nel mio studio, circondata dalle note, avvolta dalle mie idee e dalle mie cose. Penso a quanto si può capire di un artista, osservando il luogo dove vive e lavora nell’intimità. La casa di Milo, descritta da Franco Battiato nella canzone “Giubbe Rosse”, dista poco dal buen retiro di Lucio Dalla; due artisti immensi uniti da un luogo, senza tempo. I luoghi hanno un’anima e il nostro spirito voyeuristico è appagato dalla visita in questi luoghi, pieni di ispirazione, per chi la sa cogliere. Non una casa qualsiasi, un vero borgo rurale di oltre 800 mq bucolico, che guarda l’immensità del mare: 
“Ritornare a sud
Per seguire il mio destino
La prossima tappa
Del mio cammino in me
Per trovare la mia stella
E i cieli e i mari
Prima dov’ero”
(da Giubbe Rosse)
Scopro anche che esiste un “Centro studi di gravità permanente” che a maggio 2023 ha promosso a Milo un evento ricco delle sollecitazioni culturali che hanno nutrito questo artista: dallo yoga al buddhismo tibetano, dalla meditazione a molto altro. Credo sia in assoluto l’artista a cui cerco di ispirarmi nelle mie ricerche sul canto curativo e sulle connessioni fra canto e spiritualità, mi commuove questa iniziativa splendida e mi proietto già lì. Andiamoci!
Basta una foto sui social per scoprire immensità, basta saper guardare, seguire i segni, i sogni, le istanze.
Veniamo alla seconda istanza del mese.
Arriva una allieva in studio e mi porta una nuova cover di Olivia Rodrigo: “Vampire”.
La mia generazione forse non sa che questa bella cantautrice e attrice statunitense ha solo vent’anni e con le sue cover fa sognare i nostri adolescenti, con tematiche di primi baci. Il suo primo singolo “Drivers License” ha parlato di patente, auto dove si consumano i primi amori, insicurezze e delusioni amorose ed è stato un caso musicale mondiale nel 2021. Lei mi piace, perché è infinitamente teatrale, moderna ed espressiva nel canto, nel corpo, nei video. 
Suscita due riflessioni: la prima generazionale e la seconda tecnico-vocale. 
D’istinto chiedo a mia madre, classe 1947, cosa ascoltasse lei durante l’adolescenza e così scopro che tutto ciò che era americano è entrato nel Dna di quell’epoca insieme al latte del Piano Marshall; e poi i Beatles naturalmente. E la generazione prima della mia cantava “Rimmel” e “Notte prima degli esami”, negli anni migliori del cantautorato italiano. E io mi innamoravo con gli Scorpions, i Roxette di “It must have been love”, i Metallica di “Nothing else matter”, tutte le cover di Whitney Houston e le estati profumavano di 883, Jovanotti e, lo ammetto, cantavo a memoria tutti gli album di Eros Ramazzotti.
Invece, oggi abbiamo questa fanciulla, nell’ultimo video, “Vampire”, sembra una Ofelia, biancovestita e sanguinante; sembra Lucia di Lammermoor e invece ci racconta di come le persone ci possano ferire, usandoci, di come ciascuno di noi, prima o poi, nella vita, sia caduto nelle trame e nelle tossicità di un vampiro energetico, tornando bambini ingenui e delusi ci siamo chiesti come sia possibile con l’esperienza e l’intelligenza cadere nelle trame degli arrivisti, eppure, accade sempre. 
Accade a tutti noi di sopravvalutare chi poi ci ferisce; per tale motivo, ho trovato questa tematica profondamente matura, per una autrice ventenne. 
Ora parla la Vocal Coach che vive dentro di me. La riflessione è che, oggi, gli artisti che provengono dal musical sono sempre più affilati tecnicamente, perché il musical è una grande palestra per il pop e un punto di arrivo importante; suoni misti (mix voice) ben aggrappati alla maschera, sostenuti dal fiato e posizionati alla perfezione all’altezza dei seni paranasali. Ascoltatela. 
Io vi abbraccio, nella speranza di ritrovarci presto, per raccontarvi le mie eclettiche istanze musicali. 

 

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