ARTE E ARCHITETTURA il CONTEMPORANEOWilliam Morris (Walthamstow, 24 marzo 1834 – Hammersmith, 3 ottobre 1896) è stato un artista e scrittore britannico. Fu tra i principali fondatori del movimento delle Arts and Crafts; è considerato antesignano dei moderni designer ed ebbe una notevole influenza sull'architettura e sugli architetti del suo tempo. Da molti è considerato il padre del Movimento Moderno, sebbene non fosse architetto egli stesso. Ha fondato uno studio di design in collaborazione con l'artista Edward Burne-Jones, e il poeta e artista Dante Gabriel Rossetti che ha profondamente influenzato la decorazione di chiese e case nel ventesimo secolo. Ha dato anche un importante contributo al rilancio delle arti tessili tradizionali e gli annessi metodi di produzione. Ha fondato inoltre la Società per la protezione di edifici antichi (SPAB), tuttora un elemento statutario per la conservazione degli edifici storici in Regno Unito. Durante il corso della sua vita Morris ha scritto e pubblicato poesie, narrativa, e traduzioni di testi antichi e medievali. I suoi lavori più noti includono La difesa di Ginevra (The Defence of Guinevere, 1858), Il paradiso terrestre (The Earthly Paradise, 1868-1870), Un sogno di John Ball (A Dream of John Ball, 1888), Notizie da nessun luogo (News from Nowhere, 1890), e il fantasy La fonte ai confini del mondo (The Well at the World's End, 1896). È stato una figura importante nella nascita del socialismo in Gran Bretagna, fondando la Lega socialista nel 1884. (Wikipedia)
RELAZIONI TRA ARTE E ARCHITETTURA – ASPETTI DEL CONTEMPORANEO
(UNA QUESTIONE APERTA)
Troviamo riferimenti nella Enciclopedia Universale Curcio – Vol. 1, alla voce “Architettura”, dove si spiega che l’architettura è l’arte che tende a unire l’elemento pratico e tecnico con quello estetico nella costruzione di edifici, opere pubbliche, ecc… negli edifici civili, nelle opere monumentali, l’architettura è affine all’ingegneria, mentre scultura e pittura possono considerarsi subordinate all’architettura stessa. Di seguito, si aggiunge che le esigenze di vita, di clima e di religione, possono indirizzare l’architettura delle opere a un adattamento a seconda delle esigenze ambientali; anche i materiali esistenti nelle zone ove gli edifici dovranno sorgere ne influenzano notevolmente l’estetica e la struttura. Il ferro e il cemento armato, nel mondo contemporaneo, hanno modificato considerevolmente la corrispondenza tra struttura e aspetto architettonico; come pure l’hanno modificata le esigenze urbanistiche e la funzionalità nel contemporaneo degli ambienti. Infatti, le attuali esigenze di vita impongono modificazioni sostanziali alle strutture e all’estetica, sia all’interno che all’esterno degli edifici.
Tutto ciò che, in architettura, pittura, scultura, viene realizzato, progettato, non è immune dai fatti e dalle tradizioni del tempo in cui si realizza; vi è una continuità che, come in una catena, unisce un evento all’altro. La pittura, la scultura, l’architettura, la musica, sono forme d’arte che s’influenzano a vicenda. Il loro sviluppo parte da un sentimento, da uno stato d’animo. La filosofia, la psicologia e la sociologia studiano questi stati d’animo. La storia è l’elemento “neutrale” che imprime i fatti come un sigillo, posto su una busta, al quale interno ci sono le arti e il loro studio.
Non si può scindere il fare architettura dal pensiero che essa, anche se è inserita nell’arte, è un luogo, uno spazio realizzato a fini pratici, simbolizzato dalla casa, dalla fabbrica, e – al tempo stesso – rappresentativo dell’uomo.
La questione della storicità dà luogo a tre ipotesi, come sostiene Argan, secondo il quale l’arte si sviluppa secondo una propria storia, la storia dell’arte, a proposito della quale, soltanto, è possibile valutare i singoli fatti e la loro successione; l’arte si sviluppa secondo la storia della società, di cui costituisce un aspetto o soltanto un riflesso; l’arte, come puro atto creativo, non è riducibile alla storia. Secondo la prima ipotesi, l’arte è una struttura autonoma, benché correlata alle  altre attività culturali, e alla loro storia: è la tesi dello storicismo idealistico. La seconda, l’arte è una sovrastruttura, che segue nel suo processo gli eventi che si producono a livello di struttura, e cioè i fatti economici: è la tesi marxiana. Secondo la terza è indipendente da ogni struttura economica e sociale, è un modo di esperire la realtà: è la tesi del pragmatismo americano.
Fra il XIX e XX sec. avviene un cambiamento radicale nel concepire l’architettura, per il quale lo storico dell’arte Leonardo Benevolo ci fa capire che, quel che cambia, non è il genere di architettura, ma la definizione dell’architettura, quindi anche i rapporti e i confini con le altre arti. Più chiaramente William Morris, in una conferenza alla London Institution del 10 marzo 1881, amplia il concetto di architettura sostenendo che: “il mio concetto di architettura è nell’unione e nella collaborazione delle arti, in modo che ogni cosa sia subordinata alle altre e con esse in armonia” (…). “E’ una concezione ampia, perché abbraccia l’intero ambiente della vita umana; non possiamo sottrarci all’architettura, finché facciamo parte della civiltà, poiché essa rappresenta l’insieme delle modifiche e alterazioni operate sulla superficie terrestre, in vista delle necessità umane, eccettuato il puro deserto (…)”.
Ca’ Brutta – Milano – lato Via Turati

 

Comunque dobbiamo fare una distinzione fra gli oggetti d’arte e gli altri oggetti intesi come utilitaristici: l’architettura è una delle arti belle, l’edilizia è una delle arti utili. L’architettura è sempre in evoluzione.
Per i suoi caratteri metodologici di oggettività, trasmissibilità, controllo sperimentale, collaborazione collettiva nello spazio e nel tempo, essa è analoga alla ricerca scientifica.
©, 2011

 

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