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ARAKI TOKYO LUCKY HOLE

ARAKI TOKYO LUCKY HOLE
“Senza l’oscenità, la nostra città sarebbe monotona e la vita triste”, sono le parole con cui NOBUYOSHI ARAKI – in quarta di copertina – chiude TOKYO LUCKY HOLE, vero “mattone” straripante belle donne e scene esplicite di sesso orale in una Tokyo decadente ed estetizzante. Le foto sono in bianco e nero, quasi a voler sottolineare la crudezza di certe inquadrature, e il cielo è sempre pressoché plumbeo, su scali ferroviari e grattacieli della zona commerciale.
Le molte, forse diverse centinaia, di foto, ritraggono orge in bar equivoci, accoppiamenti in saune e su lettini da massaggiatrice, fellatio in primo piano, organi sessuali femminili scorti nell’atto di urinare sotto gli sguardi allegri dei festaioli riuniti in quel certo bar defilato a tarda ora.
Il libro ritrae senza mezzi termini una megalopoli devastata dal sesso totalmente mercificato, malgrado il più delle volte i fotogrammi ritraggano modelle sorridenti e compiaciute, forse ignare di essere oggetti sessuali atti a soddisfare le frenesie della working class maschile di Tokyo sempre assetata di sesso, anche del più estremo.
Il sesso è spesso intercalato da albe livide che corrono sugli scali ferroviari e i capannoni industriali, forse per addolcire le scene più crude, dove le modelle a volte si radono la vulva e stanno a labbra aperte per ricevere lo scatto dell’impietoso fotografo.
Forse la si potrebbe definire “Sociologia della pornografia”, perché, certamente, questo non è un libro prettamente porno, essendo il montaggio delle pagine, e la scansione delle immagini, volti a tratteggiare una Tokyo allegra ma anche povera e amareggiata e ai margini, che non esclude anche una lettura di tipo sociologico.
Scene così intime, a volte, da far pensare a una sorta di poeticità delle prostitute del Sol Levante. Forse non ci sbagliamo, come non si è sbagliata tanta cinematografia americana sui Marines innamorati di Geishe servizievoli e sempre dedite al loro uomo, così come pure un Norman Mailer ci ha saputo raccontare in pagine indimenticabili.
Sorge qui alto, ancora una volta, il mito del Paese estetizzante, tanto celebrato da un Tanizaki, ad esempio, non lontano da queste pagine, percorse da una insaziabile vena decadente e malinconica; ma Noi, esperti di Letteratura, vi ravvisiamo più la presenza di un Mishima, che fu più dichiaratamente decadente del primo.
ARAKI TOKYO LUCKY HOLE
Taschen, 2005
©, 2006

 

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