IL DISAGIO COME STRUMENTO CREATIVO
IL DISAGIO COME STRUMENTO CREATIVO
Non sempre il disagio è espressione di una condizione negativa. Può succedere che, nella vita di una persona, esso inneschi profondi processi di cambiamento. Perché questo si verifichi, bisogna attuare una lettura adeguata di quei segni (ansia, fobie, ossessioni, lievi o persistenti disturbi del ritmo sonno-veglia, attacchi di panico) che, se interpretati precocemente, non evolveranno in franca psicopatologia.
La lettura di questi segni può essere l’inizio di un cammino di cambiamento cui la persona può far fronte con la scoperta di parti di sé prima d’allora sconosciute, spinte in superficie dal malessere, o dal senso del “lutto” e della “perdita”. Il Nostro inconscio – crogiuolo di pulsioni primitive e distruttive rimosse dalla “civiltà” – trova una via d’espressione attraverso il sintomo che, a un livello di consapevolezza maggiore, può essere la spinta al processo creativo. “Creatività” non è e non deve essere sinonimo soltanto di arte intesa in senso accademico. Creativi si può essere anche nel modo – rinnovato e rinnovante – di concepire i rapporti interpersonali, il lavoro, la famiglia, il tempo libero. Artisti, in un senso ampio, sono coloro che sanno modularsi con successo nelle varie e complesse situazioni quotidiane, facendo valere i propri diritti, concretizzando le proprie aspirazioni, senza prevaricare gli altri.
Uno spunto di approfondimento può essere la lettura di questo libro: “creazione e mal-essere”, Autori Vari – Guerini e Associati, 1989
a cura di Marco Manzoni
Raboni, Proust
Perosa, James
Fusini, Kafka
Zigaina, Pasolini
Violi, Yourcenar
Sini, Nietzsche
Gay, Jung
Principe, Schumann
Bisicchia, Strindberg
Bodei, Hölderlin
Borgna, Zoja, Severino, Bo
©, 2012
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