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WILLIAM REYMOND TOXIC obesità cibo spazzatura

WILLIAM REYMOND TOXIC obesità cibo spazzatura
(2009)
Una nuova pandemia si sta profilando nel mondo: l’obesità. Secondo la stima di un ricercatore australiano, l’obesità che sta affliggendo tutte le popolazioni della terra, comprese quelle che si erano sempre considerate non toccate da tale problema, come la popolazione cinese e del Sud Est Asiatico, ha assunto le proporzioni di un problema grave, da non sottovalutare, capace di influire sull’economia e il clima: basti pensare che in America, una famiglia obesa deve optare per una automobile grossa e potente, che consumerà molto più carburante, e inquinerà molto più di una automobile piccola. Questo è uno fra i tanti esempi riportati nel libro, sufficiente a dare l’idea di cosa le multinazionali del cibo abbiano creato, devastando le diete e i profili alimentari delle popolazioni mondiali, innescando un processo di non ritorno verso una società sempre più a rischio di sterilità, malattie croniche, cancro, problemi cardiovascolari, depressione, mancanza di erezione, fobia sociale, ecc…
Vi sarebbe anche l’ipotesi di una forma di obesità virale, riscontrata nel pollame da uno scienziato indiano, ma questa ipotesi non è ancora abbastanza supportata, malgrado questo scienziato abbia isolato nei polli un virus capace di indurre, prima della morte, l’obesità. Siamo di fronte a una pandemia che sta mettendo a rischio la salute dell’uomo e le economie di molti paesi, se solo pensiamo al volume di spese sanitarie che una Nazione deve affrontare per curare molte malattie croniche legate al sovrappeso, come ad esempio il diabete, oramai dilagante.
L’uomo contemporaneo si trova attualmente di fronte a un bivio: continuare ad alimentarsi male col cibo spazzatura, per morire quasi certamente di problemi correlati all’obesità, rovinare clima ed economia, oppure tornare a uno stile alimentare equilibrato, con tutti i vantaggi singoli e collettivi che ne conseguono. Sembrerebbe facile, ma di fronte a tale passo si oppone la televisione, la pubblicità, quale mezzo di persuasione al fine di garantire ai produttori di cibo scadente quelle sicure entrate economiche derivanti dal fare leva sulla golosità pandemica dell’uomo: cibi grassi e dolci, pieni di conservanti e molto, all’apparenza, più gustosi dei cibi naturali.
©, 2009
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