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SERGE GAINSBOURG Gasogramma Mercificafizione dell’arte Pop
dissacrante e dissonante scanzonata presa in giro delle gallerie d’arte
Serge Gainsbourg (1928 – 1991) ci lascia senza fiato con un romanzo dedicato alla petomania, “Gasogramma”, appunto, termine e titolo appropriati per definire una delle Opere più originali con cui si dava avvio, in maniera luciferina e al tempo stesso scanzonata, ai mitici Anni’80; sorta di testamento letterario di un grande cantante e compositore, ma anche versatile artista, quale poeta, regista, attore e fotografo. Gasogramma è la tragicomica, grottesca storia di un certo pittore Solokov, presumibilmente parigino, anche se di origini slave, che deve la sua fortuna ai suoi peti, anche detti prosaicamente scoregge. I suoi “gasogrammi” sono registrazioni sismografiche di scoregge tracciate con il pennino su pregiata carta canson, che gli varranno la fama e la ricchezza, nonché una certa attrattiva sessuale da parte di donne e uomini, perché Solokov è bisex e non sopporta la anafrodisia sodomitica, né in Lui né in Lei. Dopo l’immediato successo e sottoscrizione del contratto di 15 gasogrammi/mese con il gallerista Stolfzer, Solokov cade in uno stato depressivo in quanto non riesce più a gasogrammare, o meglio, scoreggia in maniera a-sincronica. Studia allora trattati di Medicina, non per curare la flatulenza, ma per accentuarla, sino a riuscirci, e ad arrivare al parossismo di una tale gasogrammaticità, da essere costretto a vivere, nel suo atelier, con la maschera antigas Tipo ANP.
Libro in definitiva geniale e sconsolato, che descrive certe tragiche assurdità del Mercato o della Mercificafizione dell’arte, o meglio, dell’Art Pop.
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