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James Patterson (Newburgh, 22 marzo 1947) è uno scrittore statunitense. Considerato uno dei più importanti autori di thriller del nostro tempo, è noto in particolar modo per le serie di Alex Cross, Le donne del club omicidi, Maximum Ride, Michael Bennett, Daniel X, Witch & Wizard, NYPD Red e la serie Private. Scrive anche, spesso avvalendosi della collaborazione di altri scrittori, libri romantici come Domeniche da Tiffany, Matrimonio a sorpresa, Il diario di Suzanne o A Jennifer con amore. Ha scritto anche serie per ragazzi come Scuola Media. Ha raggiunto la fama internazionale soprattutto a partire dal 1993 con la pubblicazione di Ricorda Maggie Rose, che ha dato il via alla fortunata serie di Alex Cross. Nella sua carriera ha venduto oltre 355 milioni di copie dei suoi libri, divenendo lo scrittore più ricco del mondo. (Wikipedia)

JAMES PATTERSON IL CASO BLUELADY l’ombra degli eccidi in Vietnam

JAMES PATTERSON IL CASO BLUELADY l’ombra degli eccidi in Vietnam Sta all’Ispettore Alex Cross svelare il mistero prima di decidere se continuare a fare l’investigatore o praticare la professione di psicologo romanzo edizioni TEA 2008 
Avere il colore della pelle sbagliato, negli USA, può significare subire un processo affrettato e una condanna a morte. “Il Caso Bluelady”, sulle prime, potrebbe sembrare un romanzo a tesi sull’intolleranza raziale. Ma non è così. Patterson – che a mio avviso ha dato il meglio di sé in “Maximum Ride”– è riuscito a scrivere una storia che realmente tiene col fiato sospeso sino all’ultima riga, con un dosaggio alquanto sapiente dei colpi di scena e dei cambi improvvisi di prospettiva. Ritengo che Patterson sia tra i migliori scrittori del genere apparsi negli ultimi anni. La scuola Hard Boiled americana è stata rivisitata da Patterson attraverso – mi sembra di capire – l’uso di un linguaggio “non eroico”, minimalista, molto moderno, contemporaneo, anche se talvolta tale linguaggio sconfina in una impersonalità esagerata che lo fa sembrare un po’ globalizzato. A parte le analisi del linguaggio di Patterson,  “Il Caso Bluelady” è una storia a tratti tenera, a tratti struggente, nella quale anche le scene più crude le potrebbe leggere un ragazzino, in quanto sono filtrate proprio da quell’uso del linguaggio di cui si parlava sopra. Non trovo però nulla di veramente nuovo nello scenario del Thriller d’autore. La storia è ben architettata, ma trasmette il sapore agrodolce del prodotto confezionato per vendere dalla mano di uno scrittore made in USA, che ha il compito di ribadire al mondo intero i valori tradizionali di un Paese che da sempre coniuga la spregiudicatezza della violenza con la democrazia. Sembrerebbe addirittura – la scrittura di Patterson, che a lungo ha lavorato in una fra le più grandi agenzie pubblicitarie mondiali – un tentativo ben riuscito di persuasione occulta, di addomesticamento dei lettori rispetto a un sistema politico – quello americano – e giudiziario che, dietro una apparente democrazia, nasconde occulti meccanismi di assoggettamento dell’individuo.
Sullo sfondo di questa vicenda c’è la Valle di An Lao, in Vietnam, dove, tra il 1969 e il 1970, l’esercito americano avrebbe compiuto atrocità sulla popolazione civile. Le anime infelici dei defunti continuano a perseguitare le vite dei loro assassini. Sta all’Ispettore Alex Cross svelare il mistero, prima di decidere se continuare a fare l’investigatore, o praticare la professione di psicologo. 
JAMES PATTERSON
©, 2008
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