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Diplomazia e guerra Ucraina la Scienza in trincea il caso del CNR

Diplomazia e guerra Ucraina la Scienza in trincea il caso del CNR
La scienza è a favore della pace, perché si basa sul metodo scientifico e sulla condivisione, la trasparenza, la possibilità di confutare i dati degli altri ricercatori in maniera trasparente. Le collaborazioni scientifiche continuano oppure la guerra ha bloccato tutto coi collaboratori russi? “Ci sono responsabilità individuali e responsabilità del paese da cui provengono. Ma non è che si può staccare l’interruttore improvvisamente. C’è una storia di collaborazione in alcuni settori scientifici che viene da anni e anni, quindi si interrompe, magari formalmente con le autorità ufficiali, ma le ricercatrici e i ricercatori troveranno sempre una casa al Cnr, soprattutto se portano avanti l’idea della pace, e credono nella scienza e nella diplomazia scientifica” risponde Maria Chiara Carrozza, Presidente del Cnr, ai microfoni di Rai News-Futuro24.
Andrey Varlamov – ricercatore ucraino dell’Istituto superconduttori, materiali innovativi e dispositivi del Cnr – mette in guardia: in questo momento ci sono rischi connessi a un cattivo utilizzo su base nazionalistica del progresso scientifico da parte della Russia, ed è opportuno sospendere le collaborazioni.
Ma la diplomazia scientifica resta un elemento fondamentale per la pace. “Il mondo della ricerca e della cultura si è mosso in vari modi, sicuramente cercando di organizzarsi e fare una valutazione di quanti ricercatori e ricercatrici potremo accogliere nelle nostre strutture, e anche rendendo disponibili fondi e foresteria e o metodi per poterli accogliere. Premettendo che, a mio avviso, noi dovremmo accogliere tutti, quindi non soltanto i ricercatori. Dall’altro punto di vista, sono partiti molti appelli da una parte di solidarietà dei ricercatori del popolo ucraino, ma anche abbiamo visto appelli che hanno coinvolto ricercatrici e ricercatori russi per dare loro sostegno. Abbiamo preso la decisione dolorosa di sospendere le missioni e il rinnovo degli accordi con la Russia, cosa che ovviamente a me è dispiaciuta moltissimo. È una scelta molto dolorosa, ma ciò non deve in qualche modo isolare ancora di più i ricercatori russi” commenta la Presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza. 
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