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George Saunders Lincoln nel Bardo

George Saunders Lincoln nel Bardo
Bardo
In alcune scuole del buddismo con il termine bardo (tibetano བར་ དོ་ Wylie: bar do) o antarabhva (sanscrito) si intende uno stato intermedio, di transizione o liminale tra la morte e la rinascita. È un concetto nato poco dopo la morte del Buddha, con diversi gruppi buddisti delle origini che accettavano l’esistenza di un tale stato intermedio, mentre altre scuole lo respingevano. Nel buddismo tibetano, il bardo è il tema centrale del Bardo Thodol, il Libro tibetano dei morti, in cui viene descritto dettagliatamente nelle sue fasi. (Wikipedia)
Sfida della vita lanciata oltre la cappa ambigua del bardo, che Saunders lancia al lettore e a se stesso, una narrazione che si cala entro l’ambiguità di quello stato limite, durata della narrazione in cui il lettore entra in un luogo dove la realtà si mischia alla non realtà e qui l’esistenza si concentra in un lungo attimo che si perde nell’eternità, evanescenza del concetto di tempo ai funerali di Willie, il figlio del Presidente Lincoln, il 24 febbraio 1862, e qui in quella notte Lincoln cavalcando un piccolo cavallo in totale solitudine travolto dal dolore va nella cripta dove la salma giace nel bardo e nell’eternità stando un’ultima volta col figlio, straniamento a questo punto per il lettore, che soggiorna in questo luogo ambiguo fra vita e morte, facendo conoscenza con la sua fine e l’aldilà, tabù supremo di quello che ci attende.

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