VINCENZO CARDARELLI
recensione apparsa sul quattordicinale Benevento diretto da Achille Biele
Vincenzo Cardarelli (1887-1959) nasce a Corneto Tarquinia (Viterbo).
Gli anni appena successivi alla morte del padre, lo vedono trasferirsi a Roma, dove intraprende svariati mestieri, fra cui il giornalista per l’”Avanti”.
Il duro lavoro dell’intellettuale sfocia nel dar vita ad alcune rubriche, di cronaca e di fatti locali.
E’ del 1911 il trasferimento a Firenze – dopo un ricovero in ospedale – dove collaborerà con “La Voce”, “Lirica”, “Marzocco”.
Torna quindi a Roma, e partecipa alla fondazione della “Ronda”, diventando anche direttore della rivista “Fiera letteraria”.
Nelle sue prime produzioni prosa e poesia erano mescolate, originate da un’unica matrice. Affinandosi poi l’acume critico, soprattutto con “La Ronda”, Cardarelli giunge a teorizzare un ritorno al classicismo poetico, soprattutto in riferimento a Leopardi.
La sua poesia si pone, negli anni ’10, sul fronte di una lotta contro il d’annunzianesimo e il decadentismo. Un ritorno, aristocratico e senza mezze misure, alla razionalità, dove al centro della poesia viene posto l’”Io” pensante.
Ricordiamo, di Cardarelli, le seguenti Opere:
“Prologhi”, (1916); “Viaggi nel tempo”, (1920); “Il sole a picco”, (1929); “Favole e memorie”, (1925); “Poesie”, (1936); “Il cielo sulla città”, (1939); “Lettere non spedite”, (1946); “Poesie Nuove”, (1947); “Solitario in Arcadia”, (1947).
©, 2004
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