LE PAUSE DEL DISCORSO SENZA MUSICA ASSORDANTE
Dialogare è come dare vita a una musica, ma non a una MUSICA ASSORDANTE. Le parole e i gesti, gli sguardi, le pause e i respiri, sono molto importanti per cogliere la disposizione dell’interlocutore nei Nostri confronti. Proprio come nella musica, che intercala silenzi e note per dare contrasto, vigore, spessore al brano o alla sinfonia, una pausa di silenzio – nel discorso – va a rafforzare quanto appena è stato detto, e ci permette di appurare come lei o lui replichi, dopo il Nostro silenzio: cambiando discorso? Approfondendo e dando maggiore enfasi a quanto abbiamo appena detto? Con irritazione? Con fascinazione?
Soprattutto nel dialogo fra i due sessi, questo aspetto assume un’importanza fondamentale. Nel sottile, delicato gioco della seduzione, i chiaroscuri dell’anima non si possono cogliere in ambienti pieni di frastuono, come quelli deputati all’happy hour. Povero ingenuo, colui che pensi di poter fare conquiste in quei luoghi. Il seduttore da happy hour, al massimo, trascina con sé una preda inconsapevole. Dopo un tentativo di dialogo in ambienti chiassosi, si sarà accaparrato l’attenzione di una preda che di lui non sa niente, e non vuole sapere niente, se non attribuirgli un valore per quelli che sono i modelli di riferimento comuni: muscoli, minigonne, seni quasi scoperti, come segni di disponibilità sessuale “sul mercato”. Le immagini della seduzione in ambiente serale, in situazioni glamour e alcooliche, si riducono a una esigua rosa di “significanti”, che consentono un linguaggio “amoroso” molto impoverito, privo di tante sfumature, perché – in fondo – un corpo vale l’altro, e corpi che non comunicano, non dialogano, sono corpi devitalizzati, ridotti a una valenza “pornografica”.
L’onda delle emozioni più sottili, delicate, si esaurisce solitamente su una spiaggia ove regna il silenzio. E quel silenzio non è sinonimo di “vuoto”, ma è il cosiddetto “silenzio come ascolto attivo”, importante tanto nel setting psicoterapeutico, come nella vita di relazione di tutti i giorni.
©, 2012
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Baudrillard – Lo Scambio Impossibile

 

 

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