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Orgia! Resoconto dello Scrofa Party - Rosario Gallardo

NELL’ORGIA SATANICA DEI DIVIETI PRESTO IL POTERE ABOLIRA’ ANCHE SE STESSO

NELL’ORGIA SATANICA DEI DIVIETI PRESTO IL POTERE ABOLIRA’ ANCHE SE STESSO

direttiva europea SUP (Single Use Plastics)

Per spiegare la scelta dell’immagine in anteprima vorrei ricordare il lavoro, nato in anni non sospetti, di Rosario Gallardo, in cui una presa di posizione contro il potere era ancora una necessità estetica e non di lotta – peraltro molto urgente – come invece lo è oggi. Pornoguerrilla era un progetto ambizioso che però si è scontrato, ed è stato malamente assorbito, dal mercato del porno, per cui ne è sopravvissuta la funzione porno, e quella di guerrilla si è dissolta come neve al sole. Ed è un vero peccato. Perché il suo potere sovversivo era, e sarebbe ancora, quello degli scritti di David Cooper (0) e di molti altri anti-psichiatri di quel periodo di contestazione e autocoscienza di massa, che l’attuale revisionismo storico, di matrice arcobaleno fintamente di sinistra, in realtà subdolamente fascista, non solo sta cercando di farci dimenticare ma è riuscito a cancellare da ogni realtà/dibattito pubblico, vedasi anche la morte, il coma farmacologico dell’editoria, di quegli stessi editori che negli anni ’70 avevano il coraggio di proporre quei titoli. 

Come già Marco Revelli ebbe modo di spiegare (1), siamo sotto il giogo di una doppia destra, una al potere, una all’opposizione, e questo è già un principio di dittatura, se non di dittatura piena. Alla ricerca dei non luoghi nascosti nella letteratura e in noi stessi, alla ricerca di dimensioni accoglienti e neutre e prive di passato e di storia, di identità, potrebbe valere l’orgia di massa, la perdita dei confini individuali, la psicosi. In una visione omeopatica, ben inteso, si potrebbe curare il male col male stesso, e accelerare il processo disgregativo. Potrebbe essere la maniera di salvarci. La fonte di un’eterna e ritrovata giovinezza o verginità dell’anima, di un Accelerazionismo alla Nick Land, in grado di spingerci fuori da questo baricentro di malattia stagnante e agonizzante, spingendo il motore disgregativo verso un esito fatale, punto zero da cui ricominciare in un nuovo Eden, che non sarà altro che una via obbligata.

Non facciamoci illusioni: in questa maniera non si può andare avanti, solo peggiorare. Quando il potere manca di autorevolezza subentra l’autoritarismo, subentrano i divieti scriteriati e imposti senza alcuna ragione o spiegazione, perchè chi li impone non possiede la grandezza d’animo, la cultura, la comprensione tipiche di un bravo maestro che solitamente spiega, e non impone. Così si scivola in quella dimensione autoritaria infarcita e imbottita di ignoranza, violenza, stupidità, che è la dittatura, la completa mancanza di mezzi intellettuali, il potere in mano a gente cognitivamente scarsa e moralmente abietta, cui offrono buon gioco e gran margine d’azione la passività amorfa della maggioranza della popolazione sprofondata in una narcolessia senza recupero (2).

La dittatura si avvale di mezzi e di persone cui è garantito l’uso della forza e della prepotenza senza pensiero, senza spiegazioni, senza logica. La dimensione mentale tipica di questa devianza politica è quella dell’azione privata del pensiero, ovvero, della psicosi, del corpo devitalizzato e automatizzato, della pulsione di morte. È quanto sta accadendo intorno a noi, politicamente e socialmente.

La violenza ottusa e la mancanza di intelligenza politica stanno spingendo le persone verso atti sempre più diffusi di violenza vuota, propria di chi fa abuso della forza per imporre sull’altro il proprio dominio, senza il richiamo ad un ideale superiore. Ne scaturisce l’effetto di quanto la politica attuale insegna ai suoi cittadini: mors tua vita mea. La logica della forza, fine a sé stessa, che prevale su quella dei sentimenti e della ragione, un piano di guerra indiscriminata, di tutti contro tutti.

Assistiamo attoniti e impotenti al carosello di politici prepotenti e ignoranti, mai l’Italia ha raggiunto un livello così basso nella storia, e di reale pericolo che si instauri molto presto uno Stato di Polizia.

Assisteremo a Milano agli sviluppi del divieto di fumo, e delle zone rosse che interdicono ad alcuni individui, scelti in base ad alcuni specifici criteri sociali, la circolazione in determinate aree della città. Quello che si sta facendo a livello istituzionale non è diverso dal trattamento che si dava ai malati di mente prima della Legge 180, ovvero camicia di forza ed elettroshock, senza cure, senza farmaci, senza colloqui: solo sedazione della violenza, senza porsi interrogativi sul significato eziologico, psicologico, sociale, che vi stava dietro, le cause venivano lasciate a sé stesse e si lavorava sul sintomo più evidente, e socialmente sgradito. Così oggi si fanno le zone rosse, si mette la camicia di forza alla città, si manicomializza la città, si cancellano con un colpo di spugna cinquant’anni di sforzi culturali, politici, intellettuali, con un atto autoritario dalla forza del tutto opaca e priva di intelligenza a lungo termine.  Il sintomo, adesso, giù mazzate, e chi s’è visto s’è visto (regole del buon governo). Lo dico ai politici: violenza chiama violenza. Continui divieti chiamano reazioni paranoiche. Cercate di ragionare una buona volta, un cervello e un cuore dovreste averlo pure voi, anche se molti, fra cui il sottoscritto, iniziano a dubitarne. Nel momento in cui tutto è vietato, tutto diventa permesso, tutto diventa un grande Scrofa Party.

Note:

0 David Cooper – Grammatica del vivere – Feltrinelli, 1976.

1 Marco Revelli – Le due destre – Bollati Boringhieri, 1996.

2 Se solo la popolazione si svegliasse dal sonno profondo in cui è caduta, e si rendesse conto del proprio potere, rappresentato da una schiacciante maggioranza numerica, la rivoluzione non sarebbe così lontana. Ma il popolo, cognitivamente disorganizzato, psichicamente angosciato, preferisce farsi la guerra al suo interno, invece che farla ai suoi padroni, in quanto (vedasi ancora Marco Revelli nell’opera citata) le forme organizzative e di mobilitazione, con la fine della fase storica dei partiti e dei sindacati (ormai ridotti a ombre e simulacri), sono state cancellate con l’ingresso nel nuovo millennio globalista e finanziario, segnato dalla fine dell’economia reale, e dalla comparsa di una generalizzata IRREALTA’, non solo economica, ma psichica (non diversamente da quanto profetizzato da Papa Benedetto XVI nel concetto di “relativismo”).

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RIPORTIAMO LA NOTIZIA DI UN FATTO GRAVE. LA SINISTRA FUXIA CHE PERORA LA CAUSA DEI DIRITTI CIVILI DELL’INCLUSIVITA’ DEL GREEN DELLA SOSTENIBILITA’ CHE METTE IL BLOCCO AI TAPPI DELLE BOTTIGLIE PER NON INQUINARE CHE VIETA DI FUMARE PER STRADA E ALTRE CAZZATE SIMILI E’ LA STESSA CHE FA QUESTE COSE: CRIMINI CONTRO L’UMANITA’.

SIAMO IN PRE DITTATURA, O IN UNA DITTATURA A TUTTI GLI EFFETTI? COSA CI SEPARA DA UNA DERIVA NAZISTA? CI STANNO INCULANDO OGNI DIRITTO ALL’ESISTENZA, E SENZA PRESERVATIVO, PERCHE’ INQUINA. QUESTA SINISTRA NON E’ FASCISTA, IL CHE SAREBBE MENO PREOCCUPANTE: E’ DEMONIACA E ANTIUMANA, AGITA DA FORZE OSCURE, LA CUI INTANGIBILITA’ E’ DIMOSTRATA DALLA COMPLETA IRRAGIONEVOLEZZA DELLE SUE AZIONI SCELLERATE, SPUDORATE, CHE VANNO OLTRE OGNI LIMITE DI COMPRENSIONE UMANA, PROPRIO COME FU NEL NAZISMO. NELLA SUA “COMPRENSIBILITA'” SU DI UN PIANO ONTOLOGICAMENTE UMANO IL FASCISMO FA MENO PAURA.

 

 

 

 

 

 

 

QUI DI SEGUITO LA NOTIZIA RIPORTATA DA IL FATTO QUOTIDIANO:

Tomaso Montanari

Storico dell’arte

Cronaca– 15 Febbraio 2025

Portiamo un libro a Marco, libraio e senzatetto, sgomberato da una sinistra che fa la destra

Portiamo un libro a Marco, libraio e senzatetto, sgomberato da una sinistra che fa la destra
 

Il mio 2025 è iniziato, per caso, nel sottopasso delle Cure, un quartiere residenziale appena fuori dalla cinta dei Viali di Firenze. Attraversandolo, in cerca di un caffè, alle 10 di mattina del primo dell’anno, sono passato accanto alle varie persone senza fissa dimora che ci dormono, e alla meravigliosa ‘libreria’ di Marco: che in cambio di un’offerta (o di un altro libro) dà ad ogni passante il libro giusto per lui.A me Marco ne ha offerto uno bellissimo, che non conoscevo: I diversi di Hans Meyer, un saggio dedicato a tre aspetti della diversità (la donna, l’ebreo, l’omosessuale) nella letteratura tedesca. L’augurio più giusto per quest’anno in cui trionfa l’odio violento per tutto ciò che è diverso. E anche Marco è diverso: non ha una casa in senso stretto, e il suo ‘lavoro’ è parlare, attraverso i libri, a chi passa distrattamente in quel sottopassaggio. Una diversità sofferta, certo: ma preziosa per una città tutta uguale non perché sia giusta, ma perché è tutta finta.

Ebbene, ora anche Marco è stato ‘normalizzato’: martedì scorso ben sei agenti della polizia municipale (reparto ‘antidegrado’) hanno sgomberato il sottopasso, sequestrato i suoi 155 libri e imposto a quello specialissimo libraio una multa da 5000 euro. Una scena orribile, un atto di profonda ingiustizia: perché il degrado di Firenze è l’espulsione dei residenti, il moltiplicarsi dei resort di lusso, la marginalizzazione dei poveri. Marco, no: Marco è l’antidoto a tutto questo degrado.

E mentre le opposizioni di sinistra chiedono da tempo al Comune di prendersi cura di Marco, offrendogli un banco regolare al mercato delle Cure che sta sopra il sottopasso, la giunta ha preferito rincorrere le opposizioni di (estrema) destra, che chiedevano invece ‘ordine e sicurezza’. E così, Marco è stato ridotto a un problema di ordine pubblico: ed è stato sorvegliato e punito.

Qualche tempo fa, un giornale fiorentino fece questo titolo: “Andrea Giorgio, un caffè con Graziano Cioni. E lo sceriffo promuove l’erede: ‘Idee chiare, vediamo se ha gambe’”. L’attuale assessore alla Sicurezza incontrava un suo storico predecessore, detto simpaticamente ‘lo sceriffo’, che nel luglio del 2008 (nel pieno delle campagne sulla sicurezza del governo Berlusconi) aveva varato un Regolamento di Polizia Urbana che ha un posto nella lunga preistoria dell’attuale ddl Sicurezza del governo Meloni.

Ora vediamo che, sì, anche il governo di Firenze non ha solo (pessime) idee, ma anche le ‘gambe’ per farle correre, prendendo a calci quelli come Marco. Del resto, nell’indegno comportamento di questa amministrazione Pd verso il nostro dolce libraio sta tutta intera la storia della politica italiana degli ultimi decenni: quella di una sinistra di destra che apre infine la porta alla destra più estrema.

Ora sarebbe davvero bello che ogni fiorentino che si riconosce in un’altra idea di città portasse un libro in dono a Marco: perché, come diceva Claudio Abbado, “la cultura serve a giudicare chi ci governa. La cultura salva”.

fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/02/15/marco-libraio-senzatetto-sgombero-firenze/7877714/

ESEGESI:

https://it.wikipedia.org/wiki/The_Pink_Swastika

The Pink Swastika

Autore Scott Lively e Kevin Abrams
1ª ed. originale 1995
Genere saggio
Sottogenere storico
Lingua originale inglese

The Pink Swastika

Titolo originale    The Pink Swastika: Homosexuality in the Nazi Party

Autore        Scott Lively e Kevin Abrams

1ª ed. originale      1995

Genere        saggio

Sottogenere storico

Lingua originale   inglese

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The Pink Swastika: Homosexuality in the Nazi Party (La svastica rosa: omosessualità nel Partito nazista) è un libro fatto pubblicare per la prima volta negli Stati Uniti dall’avvocato ed attivista politico anti-gay Scott Lively con la collaborazione di Kevin Abrams[1]. Il saggio ha attirato molte critiche da parte di altri autori in quanto considerato anti-storico e intriso di propaganda omofobica. Il testo è promosso e distribuito da numerosi gruppi religiosi fondamentalisti nordamericani, sia cristiani che ebraici.[2]

Sia il titolo che la stessa impostazione narrativa è un riferimento a The Pink Triangle: The Nazi War Against Homosexuals (Il triangolo rosa: La guerra nazista contro gli omosessuali, 1986) dello scrittore tedesco-americano Richard Plant, libro in cui viene dettagliatamente narrata la persecuzione contro gli omosessuali e l’omofobia dei maggiori esponenti del nazionalsocialismo.

Lively ed Abrams riprendono anche il discorso del neonazismo sul suolo americano, mettendosi inoltre a discutere sulla latente omosessualità dell’organizzazione giovanile dei Boy Scout. Essi affermano che molti tra i maggiori leader del regime nazista tedesco, tra cui Adolf Hitler stesso, erano omosessuali, così come otto tra i primi dieci serial killer della storia statunitense[3][4].

Essi sostengono anche che la persecuzione nazista anti-omosessuale era diretta esclusivamente contro le donne[5]. Una fonte importante per il loro libro, a cui Lively si riferisce come il predecessore diretto di “The Pink Swastika”, è stata “Germany’s National Vice” (1945)[6] dello storico ebreo Samuel Igra il quale definisce l’omosessualità come il “flusso avvelenato” che attraversava il cuore del nazismo. Deplorano infine la rimozione dell’omosessualità dalla lista delle malattie da parte dell’American Psychological Association (APA) nel 1973, e affermando di aver così etichettato gli attivisti omosessuali come “vittime” piuttosto che come colpevoli e carnefici quali in realtà sarebbero stati.

L’organizzazione per i diritti umani Southern Poverty Law Center mette a confronto il libro “The Pink Swastika” con il movimento di negazionismo della Shoah[7]. Nel 2002 è uscita la quarta edizione del libro in inglese, integrato da due nuovi capitoli, numerose illustrazioni e citazioni: il testo è stato rivisto anche in conformità con le critiche alla precedente edizione del libro[8] Su Internet è disponibile anche la quinta edizione, realizzata appositamente per l’accesso on-line.

Descrizione

Il nazionalsocialismo o “Partito nazista” è nato in una taverna, la “Nurnberger Bratwurstlgockl” accanto al duomo di Monaco di Baviera assiduamente frequentata da giovani prostituti omosessuali; qui il pederasta Ernst Röhm e il suo gruppetto di “invertiti”, degenerati e occultisti si ritrovavano per passar le serate. Molti tra i rituali, simboli, attività e filosofia nazista sono strettamente correlate alle molte associazioni gay allora presenti sul suolo tedesco.

Lo stesso saluto a braccio destro teso (chiaro simbolismo fallico) gridando “Seig Heil” è mutuato direttamente dai Wandervogel, uno dei movimenti giovanili più in auge a quel tempo: fondato dallo studente berlinese omosessuale Karl Fischer, Hans Blüher – bisessuale antisemita – ne teorizzò lo stile di vita in senso fortemente omoerotico attraverso i suoi scritti a favore della pederastia. In seguito i Wandervogel si trasmutarono in Gioventù Hitleriana, alla cui guida fu chiamato il bisessuale Baldur von Schirach, incriminato a suo tempo per pratiche sessuali perverse con minori maschi.

Sia la svastica che il triangolo rosa facevano parte dell’iconografia caratteristica degli ambienti dediti all’occultismo; occulto e pratiche magiche, compresa la magia sessuale, che da sempre viaggerebbero in parallelo all’omosessualità. Tra i primi ad utilizzare il simbolismo della svastica fu Adolf Lanz, ex monaco cistercense espulso per aver compiuto reati sessuali con ragazzi; occultista e fondatore dell’Ordo Novi Templi (vedi neotemplarismo) nel 1907: violentemente antisemita, il suo massimo desiderio era quello di organizzare un mondo maschile ario-eroico destinato a prendere il sopravvento contro le razze inferiori e impure[9]. Il giovane Hitler era appassionato lettore della rivista di tale ordine, intitolata “Ostara”, fin dal 1905.

Il simbolo runico delle SS fu invece utilizzato inizialmente da Guido von List, poeta, giornalista e scrittore nonché ispiratore dello stesso Lanz; anche lui a capo di un gruppo occulto ed accusato di praticare, con la scusa di rituali riconducibili al tantrismo induista, orge e pratiche sessuali perverse. Le teorie esoteriche di List vennero promosse da Alfred Schuler anche e soprattutto attraverso l’influenza del poeta austriaco omosessuale Stefan George e del giovane filosofo Ludwig Klages (il quale elaborò in seguito una “filosofia cosmica” associandola alle idee di Friedrich Nietzsche).

Anche in Inghilterra d’altronde l’ambiente occultista praticava volentieri rituali sessuali: Aleister Crowley, ancora membro della Golden Dawn nonché agente dei servizi segreti, si dilettava di praticare la magia sessuale con gli adolescenti maschi[10]. Anche la Società Thule era molto frequentata da omosessuali, fondata nel 1912 da alcuni discepoli di Lanz e List, primo fra tutti Rudolf von Sebottendorff; attiva sia politicamente che in certo qual modo militarmente, contro i militanti comunisti che premevano per una rivoluzione in senso socialista in Baviera nel 1919.

Personalità di spicco della società erano Dietrich Eckart, mentore di Hitler e seguace delle teorie misogine dell’omosessuale ebreo Otto Weininger, Hans Kahnert (che fu fondatore di un’organizzazione per i diritti degli omosessuali)[11], Rudolf Hess (soprannominato Frau Hess o Berta la Nera) e Anton Drexler.

A ispirare Sebottendorf sarebbero state soprattutto le teorie di Helena Petrovna Blavatsky, fondatrice della società teosofica; secondo Lively e Abrams ella era una lesbica latente (così come lo era anche colei che gli succedette, Annie Besant) mentre il vescovo della società Charles Webster Leadbeater era omosessuale (colui che scoprì il “profeta nuovo” nell’allora quattordicenne Jiddu Krishnamurti) nel 1909.

Il movimento laico dei Freikorps è stato fondato dall’omosessuale Gerhard Roßbach, mentre il suo movimento giovanile Scilljugend era affidato alla guida del pederasta Edmund Heines. Roßbach sarebbe stato colui che convinse Rohm del fatto che l’omosessualità era elemento necessario su cui erigere il “nuovo mondo”.

Sarebbe stato un “invertito” perfino Reinhard Heydrich, già membro dei Freikorps, favorito nella carriera dall’amante Karl von Eberstein.

Hermann Göring si dilettava invece nel travestitismo, gli piaceva vestirsi da donna in puro stile camp; mentre Julius Streicher, generale delle SA, era stato radiato dal corpo insegnante per attività sodomitiche con gli alunni.

Lo stesso Hitler, negli anni immediatamente precedenti alla prima guerra mondiale, avrebbe esercitato la prostituzione maschile, ed era affetto da masochismo e coprofilia. L’imperatore Federico il Grande, idolatrato da Hitler era, probabilmente, omosessuale.

Conclusioni

Il fascismo proverrebbe pertanto direttamente dal mondo omosessuale, in quanto basa le proprie concezioni politiche totalitarie sulla Repubblica del pederasta Platone. A seguire l’influenza decisiva dell’omosessuale Friedrich Nietzsche, mediata dal bisessuale Gabriele D’Annunzio, giungerà in Italia ove fu determinante nella formazione di Benito Mussolini. Comune a fascismo ed omosessualità è quindi l’ascendente pagano ed anticlericale.

A combattersi nella cultura tedesca sono due visioni, da una parte l’omosessualità mascolina e militaresca, intrisa di sadomasochismo e pedofilia, fortemente affetta da misoginia e razzismo, incarnata dalla destra; dall’altra quella più favorevole all’effeminatezza e libertaria di matrice socialista. I primi avrebbero allora contribuito ad aumentare il livello del militarismo nel Terzo Reich[12] ed il ruolo centrale avuto nello scatenare la soluzione finale della questione ebraica[13].

Accoglienza

Erik N. Jensen parla, a riguardo del collegamento intrinseco fatto dagli autori di omosessualità e nazismo come della ricorrenza di un “mito pernicioso”, originatosi già nella seconda metà degli anni ’30 dagli oppositori socialisti e comunisti e “da tempo dissipato” attraverso studi seri e approfonditi[14]. Jensen vede il libro apparire proprio “all’indomani di una misura dello stato dell’Oregon volta al tentativo di abrogare i diritti dei gay”[14]. Dorthe Seifert lo cita come risposta alla crescente consapevolezza della persecuzione nazista degli omosessuali[15]. Christine L. Mueller sostiene che l’effettivo “rapporto storico” non supporta le affermazioni di Abrams[16]. Bob Moser, scrivendo per il Southern Poverty Law Center, dice che il libro è stato promosso da gruppi anti-gay e che gli storici sono d’accordo nel definire le sue premesse “totalmente false”[17].

Jonathan Zimmerman, uno storico che lavora presso la New York University, ha scritto che l’affermazione che i gay abbiano contribuito a portare al potere il nazismo in Germania “è una bugia bella e buona.”[12] Zimmerman, sottolinea che “Tra il 1933 e il 1945, i nazisti arrestarono circa 100.000 uomini omosessuali, la maggior parte dei condannati sono stati mandati in prigione, ma tra 5.000 e 15.000 vennero internati in campi di concentramento, dove si indossavano triangoli rosa a significare il loro presunto crimine”[12].

Egli rileva inoltre, “Per essere liberati dai campi, alcuni omosessuali sono stati costretti a subire la castrazione. Altri sono stati mutilati o uccisi nei cosiddetti esperimenti medici da parte dei medici nazisti, che hanno insistito sul fatto che l’omosessualità era una malattia e che pertanto poteva essere ‘curata’.”[12] Inoltre, “Hitler ha autorizzato un editto nel 1941 in cui prescrive la pena di morte per i membri delle SS e della polizia in generale riconosciuti colpevoli di attività omosessuali”[12].

Note

^ Scott Lively e Kevin Abrams, The Pink Swastika: Homosexuality in the Nazi Party, Founders Publishing. Corporation, 1995, ISBN 978-0-9647609-0-5.

^ M. Fraquelli, Omosessuali di destra, pag.74

^ People & Events, Mennonite Brethren Herald, 5 novembre 1999. URL consultato il 14 giugno 2007 (archiviato dall’url originale il 25 maggio 2007).

«In their controversial book, The Pink Swastika, Scott Lively and Kevin Abrams assert that many leading members of the Nazi party in Germany were homosexuals. They also state that eight of the top ten serial killers in the US were homosexuals, including Donald Garvey, John Wayne Gacy, Patrick Wayne Kearney, Bruce Davis and Jeffrey Dahmer. The Apr. 22 Globe and Mail reported that the Columbine high school killers ‘professed to be bisexuals’. – RTV Bulletin, Western Report»

^ Religious Right Groups Involved in Antigay Incidents, su pfaw.org, People For the American Way. URL consultato il 14 giugno 2007 (archiviato dall’url originale il 15 dicembre 2006).

«the controversial book, The Pink Swastika,»

^ Scott Lively e Kevin Abrams, The Pink Swastika (PDF), su hayaryakanch.files.wordpress.com, p. 23. URL consultato il 7 agosto 2014 (archiviato dall’url originale il 6 maggio 2014).

«As war became more important to the Germans, the male warriors and their culture became dominant, and the status of women declined. Effeminacy and receptive homosexuality were increasingly scorned and repressed….The effeminate homosexual…was depicted as a foul monster….this stigmatization did not extend to active male homosexuality. [Later, acceptability of masculine oriented homosexuality declined under Christianity, which] was officially opposed to all forms of homosexuality (Greenberg:249f)”»

^ Filmato audio Lively, Scott, Scott Lively speaks about his book, The Pink Swastika, a 26:15.

^ (EN) Bob Moser, Anti-Gay Religious Crusaders Claim Homosexuals Helped Mastermind the Holocaust, su splcenter.org, Southern Poverty Law Center, 2005. URL consultato il 27 giugno 2014.

^ The Pink Swastika, su eaec.org, European American Evangelistic Crusades. URL consultato il 29 giugno 2014.

^ J. Fest, Hitler, Rizzoli pag.41

^ Vedi G. Galli, Hitler e il nazismo magico, BUR 2005

^ (EN) Florence Tamagne, A History of Homosexuality in Europe, Vol. I: Berlin, London, Paris, 1919-1939, Algora Publishing, 2003, p. 101, ISBN 0-87586-252-7.

Jonathan Zimmerman, Did Nazis persecute gays, or were they gay themselves?, in The Bakersfield Californian/History News Service, 27 agosto 2011.

^ Andreas Pretzel. Systematic Persecution Archiviato il 7 aprile 2018 in Internet Archive. // Memorial to the Homosexuals Persecuted under the National Socialist Regime. С. 48-55

Erik N. Jensen, The Pink Triangle and Political Consciousness: Gays, Lesbians, and the Memory of Nazi Persecution, in Journal of the History of Sexuality, vol. 11, n. 1/2, gennaio–aprile 2002, pp. 319–349, pp. 322–323 and n. 19, DOI:10.1353/sex.2002.0008.

^ Dorthe Seifert, Between Silence and License: The Representation of the National Socialist Persecution of Homosexuality in Anglo-American Fiction and Film, in History and Memory, vol. 15, n. 2, Fall 2003, pp. 94–129, p. 94, DOI:10.2979/HIS.2003.15.2.94.

^ The Other Side of the Pink Triangle: Still a Pink Triangle, su pink-triangle.org, 24 ottobre 1994. URL consultato l’8 novembre 2008.

^ Bob Moser, Making Myths, in Intelligence Report, n. 117, Southern Poverty Law Center, Spring 2005. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato dall’url originale il 7 novembre 2014).

Voci correlate

Il segreto di Hitler

Michel Caignet

Michael Kühnen

National Socialist League

Storia degli omosessuali nella Germania nazista e durante l’Olocausto

Agenda gay

Collegamenti esterni

(EN) Johann Hari, The Strange, Strange Story of the Gay Fascists, su The Huffington Post, 21 ottobre 2008.

(EN) The Pink Swastika (terza edizione, su mega.nu:8080.

(EN) The Pink Swastika (quarta edizione), su Defend the Family (archiviato dall’url originale il 12 giugno 2006).

(EN) The Pink Swastika (quinta edizione), su thepinkswastika.com (archiviato dall’url originale l’11 novembre 2014).

(EN) The Annotated Pink Swastika, su qrd.org., un controllo di fatto sulle fonti degli autori, in cui si correggono i più gravi e madornali errori contenuti nel libro.

https://it.wikipedia.org/wiki/The_Pink_Swastika

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