Apocalisse Sociale Il Declino Inarrestabile e la Politica in Agonia
La nostra società si avventura senza freni verso l’orlo dell’abisso, affrontando una catastrofe antropologica di proporzioni epiche. Le prospettive di una rinascita culturale e sociale sembrano sempre più remote, inghiottite dalla voragine di un degrado pervasivo: narcisismo esasperato, implosione della sfera pubblica in un mondo dominato dal potere finanziario e tecnocratico, e il pericolo di una perdita irreparabile del Capitale Sociale.
L’ubiquità dell’intelligenza artificiale ha trasformato il tessuto affettivo e interiore delle persone in un desolato paesaggio digitale. La ricerca di una connessione umana autentica, ormai dispersa nella fredda anaffettività digitale, riflette il dramma di un’umanità che ha sacrificato la propria interiorità. La disintegrazione del Centro interiore dell’uomo è evidente nell’erosione della responsabilità individuale, ora relegata alla concatenazione impersonale delle cose.
La Realtà stessa sembra sgretolarsi sotto il peso degli apparati di potere, con la finanza e la tecnologia che minano gradualmente l’identità ontologica dell’Uomo. Le esperienze si sono emancipate dall’individuo, diventando indipendenti e virtuali, mentre l’economia reale cede il passo a un sistema finanziario privo di fondamenta.
Il cittadino, alienato da uno Stato privatizzato e sottomesso alle banche, percepisce una progressiva perdita di Realtà e si trova ad affrontare un potere statuale estraneo e ostile. La distanza tra la base lavorativa e le élites privilegiate alimenta la perdita diffusa del Capitale Sociale, sancendo la nascita di un’era regressiva.
La politica, una volta strumento di rappresentanza democratica, sembra sgretolarsi nel vuoto di un astensionismo elettorale tragico. La cultura, a sua volta, languisce nell’indifferenza e nell’ignoranza di una popolazione alienata, dove solo una minima percentuale si avventura nella lettura e nella comprensione del mondo circostante.
In questa apocalisse sociale, la politica perde le sue basi democratiche, incapace di guidare una popolazione priva di consapevolezza elettorale. Un’era conflittuale e regressiva sembra profilarsi all’orizzonte, alimentata dalla forbice economica sempre più ampia e dalla mancanza di fondamenta per un processo democratico robusto.
Il futuro, in questo scenario apocalittico, è oscuro e intriso di incertezza. Il Centro si è dissolto nel movimento dei dispostivi meccanici e tecnologici, che hanno strutturato le procedure dei nostri comportamenti entro processi automatici, modellando anche la nostra vita intellettuale (Aldo Gargani, in AAVV – Anima ed esattezza – Marietti, 1983), ed estrinsecando l’intera vita entro dispositivi meccanici e automatici. Ne risulta una inevitabile perdita di coesione interna all’Uomo, di motivazione e responsabilità, l’impossibilità di fare esperienza se non all’interno di strutture estranee e infondate.
Oggi la responsabilità ha il suo punto di gravità non più nell’uomo ma nella concatenazione delle cose. Non s’è notato come le esperienze si siano rese indipendenti dall’uomo? (Robert Musil – L’uomo senza qualità – Einaudi, 1962).
Una massa enorme di sprovveduti, che appartengono al grado più infimo della piramide del Potere, il Potere ha gioco facile nel sottomettere e dirigere, anche tramite una Politica strumentale e insincera, in cerca di voti.
Al vertice di questa piramide, risiede un’élite che si sente diversa dalla base, che non si identifica con essa e che disprezza, ma che interpella in campagna elettorale, la interpreta e la fa sentire ascoltata, rappresentata, protetta, magari partecipe di qualcosa di significativo col palliativo del voto.
Figure carismatiche fanno sì che la base si senta guidata e protetta, assimilata in un disegno ampio e egualitario, vendono agli sprovveduti speranze entusiasmanti per farle poi dimenticare.
«Abbiamo sotto i nostri occhi un fenomeno macroscopico – afferma Luciano Canfora la denigrazione del popolo, un disdegno per di più riservato al popolo da parte della Sinistra – o ci ciò che ne resta –, la quale usa la parola “populismo” come accusa contro i propri avversari, rei di amoreggiare con il popolo». Questo il punto di partenza del suo ultimo libro, pubblicato da Laterza, La democrazia dei signori: un pamphlet puntuto, in cui la più stringente attualità è posta sotto una lente critica spietata. «È evidente che la democrazia che hanno in mente le élite dominanti è una democrazia di persone che si distaccano dal popolo e si considerano superiori a esso».
Non solo “populismo”. Spesso si muove anche l’accusa di sovranismo.
L’ordinamento costituzionale italiano si fonda, fin dal suo primo articolo, sul concetto che la sovranità appartiene al popolo: com’è potuto accadere che i concetti di “popolo” e “sovranità” presenti nell’articolo fondante della Costituzione italiana si siano trasformati in concetti denigratori? Oltre alla separazione fra popolo ed élite, c’è un altro elemento: la ex-Sinistra non ha più alcuna idealità connessa alla sua origine di movimento dei lavoratori. L’ex-Sinistra ha in testa un’unica idea: l’europeismo, ossia la delega di gran parte del potere decisionale a organismi per nulla elettivi e soprattutto separati, lontani e onnipotenti. A partire da tale delega, la sovranità è divenuta un ingombro e chi si richiama a essa è considerato un avversario. La Destra italiana, con le sue idee ripugnanti, ha buon gioco a richiamarsi alla sovranità e a reclamare il tradimento del popolo da parte della ex-Sinistra. (https://www.laterza.it/2022/05/25/la-sinistra-e-il-popolo-tradito/).
Nella Società amministrata, dove il profitto detta legge anche in politica, dove la tecnologia prende decisioni al posto degli uomini, la popolazione non serve più, è diventata superflua in quanto non legata alla produzione che è venuta meno in nome di una economia del fittizio, e vecchi valori umanistici, come etica e persona, sono superati.
In questa Società è inevitabile che il livello di coinvolgimento politico della popolazione decada, così come la fiducia civica, un capitale che nella popolazione italiana è pressoché azzerato.
Vorremmo finire con le parole di J. G. Ballard, che fa dire, a un suo personaggio, nel suo romanzo Millennium People (Feltrinelli, 2004): «Che succede se alla gente piace come stanno le cose? Forse sono felici di essere truffati.»

Marco Rizzo Se fai video sui social che portano alla morte di un bimbo di 5 anni nessun problema, se parli di guerra o di big pharma vieni bloccato. Bella società…

©, 2023
questa pagina contiene alcuni collegamenti esterni il cui contenuto informazioneecultura.it ha verificato solo al momento del loro inserimento; informazioneecultura.it non garantisce in alcun modo sulla qualità di tali collegamenti, qualora il loro contenuto fosse modificato in seguito.
Please follow and like us:

Leggi o lascia un commento (i commenti potrebbero contenere alcuni collegamenti esterni il cui contenuto informazioneecultura.it ha verificato solo al momento del loro inserimento; informazioneecultura.it non garantisce in alcun modo sulla qualità di tali collegamenti, qualora il loro contenuto fosse modificato in seguito)

Commenta
Inserisci il tuo nome