I LIBRI CHE COMPAGNI DI VIAGGIO
Charles Pierre Baudelaire (Parigi, 9 aprile 1821 – Parigi, 31 agosto 1867) è stato un poeta, scrittore, critico letterario, critico d’arte, giornalista, filosofo, aforista, saggista e traduttore francese.
È considerato uno dei più importanti poeti del XIX secolo, esponente chiave del simbolismo, affiliato del parnassianesimo e grande innovatore del genere lirico, nonché anticipatore del decadentismo. I fiori del male, la sua Opera maggiore, è considerata uno dei classici della letteratura francese e mondiale.
Il pensiero e la biografia di Baudelaire hanno influenzato molti autori successivi a lui (come ad esempio i “poeti maledetti” come Verlaine, Mallarmé e Rimbaud), ma anche gli scapigliati italiani come Emilio Praga, lo scrittore Marcel Proust, Edmund Wilson (“La ferita e l’Arco”, biografo di Ernest Hemingway), Dino Campana, e, in particolar modo, Paul Valéry, appartenenti anche a correnti letterarie e vissuti in periodi storici differenti, e viene ancor oggi considerato non solo come uno dei precursori della letteratura decadente, ma anche di quella poetica e di quella filosofia nei confronti della società, dell’arte, dell’essenza dei rapporti tra esseri umani, dell’emotività, dell’amore e della vita che lui stesso aveva definito come “modernismo”. (Wikipedia).
I LIBRI, CHE COMPAGNI DI VIAGGIO
Baudelaire disse che non è importante la meta, importante è viaggiare. Così come, in montagna, non tanto è importante la cima da raggiungere, quanto, come la si è raggiunta. Tante sarebbero le analogie col mondo dei libri, e della lettura, e col mondo di questi inestimabili amici e compagni di viaggio, che sono gli Autori e i personaggi che ci hanno formati, nel corso della Nostra vita.
Cosa sarebbe la mia vita, senza di essi?
Penso solo un cumulo di macerie.
Le macerie del tempo, dei giorni trascorsi, senza un senso.
Leggere (e poi scrivere, divenire a mia volta scrittore) è stato per me aggiungere senso, togliere dalle azioni, dalle emozioni, quella patina di incomprensibilità che, drammaticamente, avrebbe reso le mie esperienze come autocancellantisi.
Il Tempo, infatti, come una spugna sulla lavagna, passa e cancella, tutto. Cosa rimane? Rimangono i ricordi. Rimangono i libri.
E se scorro le copertine, se tolgo la polvere da un vecchio libro letto a diciotto anni, mi affiorano subito le lacrime, agli occhi. Ritorna, balza in avanti, subito, quella magica estate, o il volto della ragazza che allora amavo. Il libro: catalizzatore di esperienze!
Fissa, per sempre, in Noi, l’emozione.
©, 2012
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